Lara Corrieri – l’ultima “pastora”

Lara Corrieri – l’ultima “pastora”

di Giancarlo Zampini

giugno 2010

Lara Corrieri con il padre Remo e le sue pecore.

Per anni tutte le mattine in centro storico con la ricotta e formaggio pecorino di produzione propria: questa è Lara Corrieri, originaria di Orsigna, residente in via di Mezzo, la strada che collega la Statale alla frazione di Vignole: <<Sono circa quattro anni che non servo più la clientela del centro di Pistoia>>, dice Lara, <<era diventato troppo difficile, tante le contravvenzioni, inoltre alcuni punti vendita molto qualificati hanno chiuso i battenti. Era diventato un sacrificio servire clienti nella zona Ztl>>.

In aiuto c’è sempre la sua famiglia?

<<Si babbo Remo e mamma Ornella, le loro mani forgiano ricotta e formaggio di grandissima qualità>>.

Sia sincera, si trova meglio ad Orsigna?

<<Davvero, ci vado tutte le settimane ed i giorni che posso, da sempre ho una casa accogliente della quale non potrei fare a meno: da qualche mese sono più i giorni che sto lassù che ad Olmi>>.

Ad Orsigna ha vissuto per 49 anni un certo Tiziano Terzani, uno che in fatto di spiritualità e natura non aveva uguali. Lara lo conosceva bene, come tutta la sua famiglia, tanto che ha preso parte anche al film girato ad Orsigna sul grande giornalista scrittore: <<E’ vero>>, dice ancora Lara Corrieri, <<è stato girato tra settembre ed ottobre scorso, io compaio in una scena alla stazione ferroviaria di Pracchia: è stata una grande emozione>>.

La montagna è bella, ma scomoda.

<<Chi la abita è disposto anche a fare alcuni sacrifici, il ritorno è di grande qualità. Perché si ripopoli – come sta avvenendo lentamente ad Orsigna – bisogna che le istituzioni prestino più attenzione, sotto l’aspetto dei servizi e quello fiscale: la gente che fa questa scelta deve essere premiata, non penalizzata>>.

Ma si rende conto che è l’ultima pastora?

<<Tanti giovani sarebbero disposti a fare il mio mestiere, con la famiglia accudisco un centinaio di pecore, ma la burocrazia non invoglia. Come si fa a a trovare spazi a norma, dotati di sistema fognari efficienti, idonei al ricovero delle pecore, la lavorazione del latte, la stagionatura? Siamo diventati schiavi di noi stessi: se oggi uno intende fare il pastore, fra strutture e pecore, dovrebbe spendere decine di migliaia di euro, che i giovani non hanno. Inoltre produrre molto significa anche crearsi una filiera distributiva di qualità>>.

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