di David Colzi
dicembre 2010
E’ un bel traguardo non trova?
Certamente: quarant’anni di attività non sono pochi… in più abbiamo anche la fortuna di continuare a lavorare con la nostra azienda di infissi. Adesso siamo alla seconda generazione grazie a mio figlio Patrizio.
Com’era la Quarrata degli anni ’70?
Era una città “molto ridotta”, quasi un grande paese. In particolare quando sono venuto a lavorare qua nella zona industriale di Valenzatico c’era solo il mio capannone; era il 1971 e la zona era piena di campi ed orti. Poi, col passare del tempo sono aumentate le costruzioni… e di conseguenza il lavoro.
Quali erano i suoi sogni, le sue aspettative?
Il mio desiderio, come molti uomini della mia generazione, era quello di avere una casa di proprietà ed un’attività tutta mia: un posto da dove non essere mai sfrattato. Ho lavorato sodo partendo da zero ed ho ottenuto ciò che mi ero prefissato con la fortuna di avere al mio fianco una donna speciale, mia moglie Feliciana, la quale mi ha sostenuto nei momenti di difficoltà.
Quarrata le ha dato molto dunque?
Sì, anche se a volte noi quarratini siamo un po’ strani: siamo pieni di ingegno, lavoratori infaticabili, esportatori di eccellenze anche a livello nazionale, ma quando si tratta di “fare squadra”, di unirsi in associazioni di categoria per imporci con più forza sul mercato, ci tiriamo indietro. Questo ci penalizza da sempre, figuriamoci oggi con questa crisi!
E poi ci sono gli aggiornamenti…
Vero. Oggi se non ci si aggiorna quasi in tempo reale, si viene subito sorpassati da un mondo che va troppo veloce. Noi ad esempio abbiamo una “pressopiegatrice” con la quale riforniamo lamiere a molti infissisti della piana. Poi ovviamente ci sono le molte leggi e normative che regolano anche il nostro settore.
E’ contento di come procede la sua azienda?
Sono felicissimo, anche perché siamo come una famiglia: infatti oltre mio figlio ci sono Claudio, Paolo, Davide, Roberto e Simona. Pensi che alcuni di loro sono con noi da oltre vent’anni… Claudio addirittura da trenta! Quindi se dico che siamo una famiglia, non dico bugie.(sorride)
A proposito di famiglia: oggi lei di lavoro, “fa il nonno”, giusto?
Sì. Pensi che ho cinque nipoti: Stefano, Francesca, Alessia, Chiara ed Elisa, che sono la mia gioia. Chissà, forse qualcuno di loro continuerà il lavoro di famiglia. Oltre al “mestiere di nonno” mi dedico anche all’olio; infatti a Casalguidi ho del terreno con circa un centinaio di ulivi, grazie ai quali rifornisco di olio tutta la mia famiglia, che comprende la mia e le tre dei miei figli.