di David Colzi
giugno 2020
Il nostro girovagare in cerca di aziende storiche stavolta ci porta in via Asti. Qui entriamo nella ditta “Biancalani Marcello” che si occupa di progettazione personalizzata di infissi e strutture in alluminio anodizzato e non. Fondata nel 1970 dal signor Marcello, adesso è portata avanti dal figlio Patrizio e si annovera fra quelle piccole realtà produttive che rappresentano l’ossatura della nostra economia locale. Una ditta a conduzione familiare gestita come una grande famiglia, se si pensa che alcuni dipendenti lavorano in azienda da oltre vent’anni.
Ma quali erano i sogni e le aspettative di Marcello, quando iniziò questa attività? Qualche tempo fa ci disse: «Il mio desiderio, come molti uomini della mia generazione, era quello di avere una casa di proprietà ed un’attività tutta mia: un posto da dove non essere mai sfrattato. Ho lavorato sodo partendo da zero ed ho ottenuto ciò che mi ero prefissato con la fortuna di avere al mio fianco una donna speciale, mia moglie Feliciana, la quale mi ha sostenuto nei momenti di difficoltà».
Per Patrizio l’entrata in azienda è stato un processo naturale, perché ha sempre preferito impiegare il suo tempo con il babbo invece che sui libri di scuola. Nel 2000 ha ricevuto ufficialmente il testimone, passando alla guida della ditta, arrivata così alla seconda generazione. Va detto che Marcello ha comunque trovato il modo di impiegare il tempo libero in diverse iniziative lodevoli: noi, andando un po’ fuori tema, vi segnaliamo la sua personale produzione di palme, che semina e coltiva finché non sono abbastanza grandi da essere invasate e che da più di dieci anni, durante la Domenica delle Palme, vende fuori dalla chiesa di San Giuseppe Artigiano in Violina, chiedendo un’offerta che poi devolve in beneficenza.
D’altronde, ai Biancalani l’inventiva non è mai mancata… anche sul lavoro, e già Marcello negli anni ’70, intuì l’importanza di munirsi di macchinari che altri non avevano per essere competitivo, anche se questi richiedevano investimenti cospicui; tutt’oggi la “Pressopiegatrice” rappresenta una loro particolarità che consente di rifornire tanti colleghi infissisti della piana. La richiesta di lamiere pressopiegate è giornaliera, tanto da avere un addetto alla gestione di questi ordini, che si chiama Massimo. Alla produzione interna invece ci sono David e Claudio, al montaggio in esterno Roberto e in ufficio Simona.
Certamente oggi il lavoro è cambiato e non ci sono più solo grosse commesse, quindi bisogna accontentarsi anche di fare piccoli interventi; anche in questo caso l’inventiva aiuta. Ad esempio per soddisfare un cliente, Patrizio ha realizzato qualche anno fa una casetta per esterno con funzione di rimessaggio, chiaramente coibentata, che a prima vista sembra realizzata in legno, ma in realtà ha una struttura in acciaio zincato ed è ricoperta con lamiere rivestite in PVC. Questo ha unito la gradevolezza di un prodotto che sembra naturale, alla resistenza di materiali che non necessitano di alcuna manutenzione, prima fra tutte la riverniciatura. Bene, oggi, seppur di nicchia, quel tipo di casette “che ingannano l’occhio”, sono un loro fiore all’occhiello. E questo alluminio “effetto legno” è apprezzato anche da coloro che cercano per le loro case gli scuroni, ossia quelle finestre tipiche delle abitazioni di montagna.
Tanto lavoro e tante idee dunque: la più grande soddisfazione? «Essere ricontattati anche a distanza di anni, magari dai figli dei nostri primi clienti che mettono su casa. D’altronde la nostra filosofia è che chi viene da noi, diventa subito un amico» dice Patrizio. «Per me» aggiunge Marcello «è quella di sapere che l’azienda da me creata, continua ad andare avanti grazie a mio figlio che si dedica con passione a questo mestiere».
Ci sarà anche la terza generazione? «Chissà» conclude sorridendo Marcello. «Io ho cinque splendidi nipoti, di cui quattro femmine. Se qualcuno di loro deciderà di proseguire, sarò contento…»
P.S. Poco dopo aver realizzato questa intervista è scattata la quarantena, quindi la ditta Biancalani non ha potuto festeggiare il traguardo dei 50 anni come aveva previsto, organizzando una festa. Ciononostante, Marcello e Patrizio hanno deciso di fare qualcosa, ma invece che per se stessi, per gli altri. Così hanno investito i duemila euro che servivano a finanziare il loro ricevimento, per una donazione all’ospedale di San Jacopo a Pistoia, diventato nel frattempo un “Covid center”.
Marcello, dopo essersi informato su cosa serviva al personale ospedaliero, ha acquistato una quindicina di armadietti dotati di chiusura a chiave, utili agli infermieri per riporre gli effetti personali. Un’impresa non da poco, perché in pieno lockdown i trasporti erano quasi tutti bloccati e di armadietti se ne trovano ben pochi, perciò Marcello ha dovuto tribolare, ma alla fine il 14 aprile i regali sono stati consegnati al San Jacopo. Invece, quest’anno, non c’è stata la tradizionale vendita di beneficenza delle palme di Pasqua davanti alla chiesa in Violina, poiché in quel periodo le funzioni religiose erano state sospese.