di Carlo Rossetti
settembre 2015
Marcello Brotto è un pittore che fa parte di una categoria a sé, nel senso che dipinge in silenzio e rare sono le occasioni in cui espone al pubblico le sue opere. Ma visitando il suo studio ci rendiamo subito conto quante cose abbia da dire al di fuori degli schemi consueti che certa pittura di maniera ci propone quotidianamente.
Così le immagini di vecchi orologi ferroviari, di vetuste locomotive e macchine d’altri tempi, avvolte da un silenzio quasi palpabile, ci raccontano un passato che la sua memoria custodisce e che lui riesce a trasferire sulla tela con una sensibilità non comune. Il ben dosato equilibrio compositivo e l’accorto uso del colore, ora ricorrendo a colori intensi, ora a toni smorzati con bellissimi tagli di luce, contribuiscono a creare vedute di grande forza epressiva e di rarefatta atmosfera. All’osservatore attento che indugia sulle sue tele, non può sfuggire quello che le immagini, al di là della piacevolezza rivelano: l’anima delle cose che è poi quella dell’artista. La sensibilità di Marcello Brotto, il suo occhio attento e privilegiato, riescono a cogliere i particolari meno appariscenti delle cose che sulla tela assumono un preciso significato. Nel dipingere, nell’accostare elementi talvolta estranei tra loro, Brotto racconta se stesso, la sua intimità e le sue emozioni riuscendo a creare un impatto emotivo nell’osservatore. Va detto che Brotto è riuscito fin dal primo momento a evitare il facile manierismo, rifuggendo da mere esercitazioni di soggetti scontati.
Il fatto che abbia affrontato temi insoliti con tecnica sicura, dimostra la necessità e la capacità di raccontare in maniera antinconvenzionale e con uno stile proprio riconoscibile. Le ampie vedute di campi, con imponenti primi piani di macchine agricole, stanno forse a significare come la tecnologia abbia a poco a poco soffocato l’uomo che è assente nelle tele, ma di cui comunque si avverte la presenza.
Il taglio delle immagini ci ricordano il Brotto fotografo, passione che nutre insieme alla pittura e che forse si porta dietro nel dipingere. Ma l’interferenza non nuoce all’opera, anzi ne rafforza l’aspetto compositivo e contribuisce a evidenziare la forza poetica della sua pittura.