di Daniela Gori
dicembre 2024
Ha contribuito alla formazione primaria di schiere di alunni e alunne del Comune di Quarrata: Maria Eva Paolini è stata una insegnante che ha raccolto tante soddisfazioni anche perché, curiosa e perennemente aggiornata, non si è mai tirata indietro di fronte alle sfide e alle novità. Nel corso degli anni, in tutti i settori ha abbracciato la sperimentazione, pioniera del tempo pieno e del tempo modulo, dell’introduzione dell’inglese, dell’inserimento del sostegno, sempre disposta alla collaborazione e al lavoro in team. Con i suoi alunni ha organizzato uscite didattiche, coinvolto i genitori in progetti innovativi, organizzato spettacoli teatrali e anche realizzato due cortometraggi, “La carica dei Cento e più” e “Le partite dell’amore”.
Instancabile osservatrice dell’animo umano, Maria Eva Paolini è anche una scrittrice ed è autrice di varie opere letterarie: “Non arrenderti mai”, “Leggère come nuvole”, “Oltre l’illusione”,“Maledetta crisi”, “Voci da un mondo sospeso”. E’ però la sua ultima fatica, “Infanzia negata”, il libro che la sta facendo conoscere non solo in Toscana ma anche fuori regione, grazie soprattutto ai temi che la scrittrice ha affrontato con sensibile accortezza e capacità introspettiva. Il romanzo è ambientato negli anni Sessanta del Novecento e racconta la storia di Clara, una bambina di nove anni, che vive in un ambiente rurale toscano. Vivace intellettualmente, anche Clara potrebbe essere spensierata come gli altri bambini della sua età, se la madre Rosa non la sottoponesse a una violenza psicologica continua, con fare inquisitorio, a causa del suo innato timore nei confronti degli uomini e delle loro attenzioni. Tutti i maschi – ragazzini o adulti, come zio Rino – rappresentano secondo la donna un’insidia per Clara. Nel metterla in guardia per “salvaguardarla”, la madre è così pressante e insistente da rendere un inferno la vita della bambina. Tra esperienze reali e fantasie, allusioni, ammiccamenti e richiami, Clara, in quel clima opprimente, arriva a sentirsi colpevole fino a cedere alle paranoie della madre e confessare ciò che lei vuole sentirsi dire.
«L’ambientazione, il mondo dell’infanzia, la famiglia, sono al 90% autobiografici» ha spiegato Maria Eva Paolini «per la vicenda specifica di Clara invece mi sono documentata traendo ispirazione da fatti analoghi, che sono accaduti realmente. Per me è stata una soddisfazione vedere che il romanzo ha raccolto tanti apprezzamenti positivi per più motivi. Oltre al tuffo nel passato per i lettori con le descrizioni della vita nel borgo negli anni ‘60, pervasa di tabù e di superstizioni, si tratta di una storia al femminile a mio avviso molto attuale».
I personaggi, sia Clara che la madre, sono alle prese con i cambiamenti della società, nel difficile e lento passaggio da un mondo di tradizioni consolidate all’affacciarsi dell’emancipazione e dell’abbattimento degli stereotipi.
«Non a caso» ha concluso l’autrice «con questo libro sono stata inserita nel programma del festival “L’eredità delle donne”, nell’incontro dedicato all’empowerment, per l’aderenza della storia al tema della lotta per i diritti e per la valorizzazione delle donne».