Mario Balli

Mario Balli

di Linda Meoni

dicembre 2013

Se dici Quarrata, dici “mobile” ma dici anche “capitonné”. Una lavorazione questa che ha fatto storia non solo nel comune di Quarrata, ma anche al di fuori, quando ancora si poteva dire «io vengo dalla città del mobile» e dar subito l’idea di quale posto si stesse parlando. Sono in pochi ancora oggi a custodire i segreti di questa lavorazione lenta, che richiede tempo, ma soprattutto abilità artigiana.


A saperlo fare come e meglio degli altri, era Mario Balli, 72 anni, recentemente scomparso in un tragico incidente nella provincia di Arezzo, vero maestro del genere. Ormai in pensione, Balli aveva passato il testimone della “Lomax”, la ditta di cui era stato fondatore, ai figli Massimiliano e Lorenzo. Giovani, ma con una grandissima voglia di fare e imparare sempre più, i due figli hanno ereditato dal babbo tutte quelle capacità utili a creare un prodotto ancora oggi straordinario per caratteristiche e qualità. Ormai in pochi a farlo, anche perché per realizzare il capitonné, le fasi di lavorazione sono assai numerose e precise: prima il disegno del motivo a rombo sulla gommapiuma, con l’ausilio di un cartoncino e i relativi fori per inserire i bottoni, poi, pelle o stoffa alla mano, si copre il fusto per dar vita a quel motivo a rombo, si usano dei grossi aghi e con questi si applica il bottone. «Ha lavorato instancabilmente per quarant’anni» ricorda il figlio Massimiliano, «ci ha insegnato i segreti del mestiere. Il suo hobby era il lavoro, ci si dedicava anima e corpo ogni giorno e si ritagliava il sabato e la domenica per lavorare da solo, per dare forma ai suoi prodotti. Un artista del mestiere, ecco cos’era e non solo perché a dirlo sono io, in quanto figlio. Preciso e attento, sempre entusiasta del lavoro, si è fatto in quattro per la famiglia: una persona speciale».


Grande la partecipazione al dolore dei cari e tanti gli attestati di stima arrivati anche da tutto il mondo artigiano locale, che si sono stretti attorno ai figli, alla moglie e a tutti i parenti. «Siamo convinti, nonostante la grande tristezza e il grande vuoto che ci resta adesso, che il babbo sarebbe stato contento di vedere tutta questa gente così vicina a lui. Un grazie sincero a chi ha partecipato con calore a questa tremenda scomparsa. Il babbo era una persona unica, che ha fatto tanto per noi e ci ha sempre aiutato nei momenti di difficoltà. A lui dobbiamo tutto».

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