di Massimo Cappelli
giugno 2016
Apprendo stamani, primo giugno, che il dottor Vangucci, a causa di un male incurabile, ci ha lasciato. Da quando fu divulgata la notizia della sua malattia e soprattutto nella giornata di oggi, ho avuto modo di rammentarlo con diverse persone. Il ricordo di Luigi Vangucci viene fuori in maniera unanime per la sua disponibilità, la sua generosità e la passione per il suo lavoro. Tutti hanno un aneddoto da raccontare di qualche intervento, fuori dall’ordinario, fatto da lui nei loro confronti: l’iniezione durante una gita, la completa dedizione messa su una terapia, la grande memoria per il profilo di ogni paziente, la sua disponibilità anche fuori orario di servizio, l’intuizione per diagnosticare una patologia non rilevata da nessuno dei suoi colleghi.
Io, a parte averlo incrociato in auto centinaia di volte molti anni fa, quando lavoravo nella via dove lui abitava, l’ho conosciuto solo dopo che è andato in pensione ed ha iniziato a scrivere su Noidiqua la sua rubrica. Luigi Vangucci era una persona semplice, ma grande allo stesso tempo. Un uomo di altri tempi, gentile e colto, che aveva buoni apprezzamenti e buone parole per tutti: il medico di una volta.
La nostra comunità ha perso una grande persona. Riposa in pace dottore.