di Marco Bagnoli
dicembre 2019
Capita alle volte di fare la conoscenza di persone che ci possono trasmettere una testimonianza esistenziale che va al di là dell’ordinario cui siamo abituati. In questo caso quello che ci raccontano inizia a travalicare i confini del libro stampato, per estendersi direttamente alla storia con la esse maiuscola. Ascoltarle, in questi casi, equivale a sentire i discorsi come direttamente fluire dal corso stesso del tempo. È il caso di Monsignor Napoleone Toccafondi: la sua testimonianza è sorretta dalla lunga esperienza della sua vita sacerdotale, e da una particolare attenzione al racconto della storia passata, sia essa quella dei secoli passati che quella di settant’anni fa.
Don Napoleone è originario di Quarrata, dove è nato il 13 febbraio del 1926. Ha studiato dal 1937 al 1940 presso i Carmelitani Scalzi di Arezzo; la sua ordinazione sacerdotale risale però al dopoguerra, nel 1949. Emerge però dal periodo bellico, un episodio molto significativo del suo carattere caritatevole, quando nascose addirittura un soldato tedesco, che aveva paura di essere ucciso, aiutandolo poi a raggiungere i compagni. Diviene cappellano a Carmignano, come aiuto di don Mario Frati. Subito dopo, dal 1950 al 1952, gli viene assegnata la parrocchia di Limite sull’Arno, prima di essere definitivamente trasferito alle chiese di Lizzano e Spignana, in provincia di Pistoia. Il momento storico nel quale don Napoleone si trova a vivere è quello della ricostruzione, un periodo duro, ma illuminato da una speranza nell’avvenire che vista con gli occhi di oggi ci appare veramente come una cosa d’altri tempi. Il tema della guerra si presenta quindi dolorosamente vicino, anche se ormai alle spalle; verrà ripercorso, come un difficile sentiero di montagna, negli anni a venire, con approfonditi studi di ricerca storica da lui incoraggiati, e con una fitta rete di contatti e relazioni con alcuni dei protagonisti di primo piano di quegli anni cruciali, i soldati stessi delle forze armate alleate, che giocarono un ruolo da protagonisti nella liberazione del paese.
È a questo punto della storia che il racconto del tempo compie un balzo in avanti, perché inizia ad avvalersi delle moderne risorse elettroniche: le parrocchie di Lizzano e Spignana divengono le protagoniste di un sito internet a loro dedicato, e con esse tutto il racconto del loro passato, quello remoto e quello a noi più prossimo. Il sito, realizzato manco a dirlo a cavallo del nuovo millennio, nasce per una precisa volontà del Monsignore, e dopo un’esaustiva ricognizione che prende le mosse dall’epoca romana, si arriva alle celebrazioni del 1988, quelle che commemorano l’intervento americano a ridosso della Linea gotica, il corrispettivo delle stesse celebrazioni tenutesi l’anno seguente a Washington.
Il 30 maggio del 1988 verrà inoltre inaugurato il Sentiero della pace, un percorso che si snoda fino a Pratignano e che parte proprio dalla Spignana di don Toccafondi. Un’altra possibilità di intercettare questa vocazione narrativa dei due paesi, è quella data dai murales dipinti sulle case e sui muri dagli artisti del Gruppo Donatello di Firenze, in occasione proprio dei festeggiamenti del 1988: essi celebrano le vicende del conflitto e gli antichi e ormai perduti mestieri della montagna, come il carbonaio o il taglialegna. Tutto questo senza nulla togliere a forme più classiche di rappresentazione, come la splendida scultura dal titolo “Conversione di Saulo”, opera di Marcello Tommasi dono della Cassa di risparmio di Firenze. Nel 2017 il vescovo Tardelli ha nominato don Napoleone canonico onorario della Basilica Cattedrale, e noi pensiamo che non poteva esserci coronazione migliore del suo lungo cammino di sacerdozio.