di Serena Michelozzi
dicembre 2019
Natalia Lenzi, classe 1971, “quarratina Doc”, è sempre stata una lettrice onnivora, fin da ragazza. Diplomata all’Istituto Tecnico Industriale di Pistoia, ha lavorato per qualche anno in un paio di negozi di abbigliamento, per poi dedicarsi esclusivamente alla sua famiglia. Ha iniziato a scrivere qualche anno addietro, quando sua figlia era piccola e da allora… non è più riuscita a smettere. «Scrivere, ad un certo punto, è stato uno sperimentare quasi inevitabile. Una sperimentazione che ho tenuto per molto tempo soltanto per me; una questione privata. Circa sei, sette anni fa, ho deciso di tentare la strada, per niente facile, dell’editoria, sostenuta, anzi, praticamente spinta, dalla mia famiglia» ci racconta Natalia.
Il “Volere dei padri” (ambientazione storica, Ibiskos Editrice Risolo, 2014) è stata la sua prima pubblicazione. La storia è ambientata nella Toscana di metà Settecento sullo sfondo di un’Europa che sta muovendo i primi passi verso grandi cambiamenti. La morte improvvisa di Margherita, giovane nobile, darà l’avvio ad una catena di eventi che unirà per sempre i destini di tre famiglie di diversa estrazione sociale. Vi sono poi stati “La storia di Nora” (contemporaneo, Albatros, 2015), “La taverna dell’anatroccolo Nero” (ambientazione storica, Ibiskos Editrice Risolo, 2015), “Ho deciso che devi morire” (racconti, contemporaneo, Giovane Holden Edizioni, 2018) e “Lo Straniero” (ambientazione storica, Giovane Holden Edizioni, 2019).
Natalia ci dà una bellissima descrizione di cosa rappresenta per lei lo scrivere: «La scrittura è per me un mezzo di confronto con la realtà, un modo di razionalizzare la quotidianità; è lo specchio di ogni emozione e riflette ogni sfumatura del mio sentire. Scrivo quando sono arrabbiata, serena, delusa, sollevata; a volte di getto, a volte lentamente. Se anche non pubblicassi più una sola riga, evenienza possibile, non credo che smetterei di scrivere del tutto; la scrittura tornerebbe ad essere una questione privata ma certo non scomparirebbe». Si tratta dunque di un grande amore, una passione di vita, che, durante i quattro anni in cui ha partecipato a vari concorsi letterari, l’ha portata a conseguire importanti risultati, tra cui (ne citiamo solo alcuni, perché sono davvero tanti): Premio Michelangelo Buonarroti 2015 e Premio della Critica Tema Storico con il “Volere dei Padri”; Premio Alberoandronico IX ed. Roma 2016 e Diploma di Merito Narrativa Edita con “La Storia di Nora”; Premio Firenze Capitale d’Europa XIX ed. 2016 e Terzo premio Narrativa Edita con “La Taverna dell’Anatroccolo Nero”;Premio Cinque Terre Golfo dei Poeti XXX ed. 2018 e Premio della Giuria, nonché Premio AlberoAndronico XII, Roma ed. 2019 e Diploma di merito con “Ho deciso che devi morire”.
Natalia ha sempre avuto un debole per la Storia, adora le biografie e i romanzi storici di ogni epoca ma legge e si interessa comunque di tutto: da Stephen King, Ken Follet, e Tolkien a Pirandello passando per George Orwell. Ogni autore che legge le lascia un insegnamento, un metodo, uno spunto di riflessione e quindi preferisce lasciarsi ispirare dalla loro intera coralità. Il genere di scrittura che la nostra scrittrice predilige è quello che riesce a coinvolgerla: non importa se prolisso o conciso, se saggistica o divulgazione, se serio o ironico. «Ogni racconto, ogni storia che scrivo e i libri che ho pubblicato sono per me una sorta di “figli cartacei”; ognuno di loro ha una ragione d’essere, esprime un momento particolare, risponde ad una necessità, è frutto di un percorso diverso. Non ho un prediletto, ma per il tema affrontato, drammaticamente sempre attuale come la violenza di genere, “Ho deciso che devi morire” è certamente quello che più emotivamente mi ha coinvolto» ci confessa la nostra autrice. Restiamo quindi con curiosità in attesa della prossima uscita letteraria di Natalia Lenzi.