Tratto dal quotidiano “La Nazione” a firma di Giancarlo Zampini
Giorgio Agostinelli, da trent’anni è presente con il suo laboratorio di ceramica a Quarrata: fino al 2002 nel centro della frazione di Santonuovo, da quella data in poi all’inizio di via Montalbano, all’altezza di Olmi. Un maestro di inventiva, un poeta del colore, capace di decorare la creta come i grandi artisti del passato: <<Non esageri>>, dice Giorgio Agostinelli, <<la dote migliore che mi riconosco è il coraggio di avere fatto nella vita quello che intendevo fare, e continuo a fare: siamo rimasti in pochi>>. La sua formazione?: <<Sono nato a Santa Margherita di Cortona nel 1951, a cinque anni i miei genitori si trasferirono a Lastra a Signa. Raggiunto l’età dell’adolescenza sono andato a lavorare da un ceramista di Montelupo – fino a 18 anni – per poi trasferirmi a Faenza dove mi sono trattenuto fino al 1977: due modi diversi di lavorare>>. (…)
La manualità è un dono della natura? <<Ci sono persone più o meno dotate, ma si può anche apprendere>>, continua Giorgio Agostinelli, <<importante per i giovani potenziali artisti sono le botteghe ed i maestri artigiani: questi purtroppo mancano, e sono delle gravi perdite>>. Il laboratorio di Giorgio Agostinelli è una vera galleria d’Arte, tanti sono i capolavori posizionati su massicci tavoli di castagno ed alle pareti, dove si possono ammirare coloratissime composizioni floreali, vasellame di vari formati, idem per piatti e vassoi, bomboniere, formelle ed oggettistica da arredamento. Alla fine di luglio è stata inaugurata una figura sacra – San Germano – santo a cui è dedicata la chiesa di Santonuovo: un’opera di oltre due metri di altezza, composta da grandi formelle, sullo stile di quelle realizzate in vetro: <<Ho inteso fare un dono>> – dice ancora Giorgio Agostinelli – all’anziano parroco – l’ultranovantenne Mons. Aldemiro Cinotti: <<un’opera che rimanga nel tempo, un segno di gratitudine per quanto ha dato, e sta ancora dando alla comunità>>. L’opera è stata alloggiata su una parete dell’antica chiesa, appositamente preparata per accogliere un’opera di straordinaria bellezza.
