di David Colzi
giugno 2021
ANMIL è l’acronimo di “Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro”; si tratta di una Onlus molto conosciuta a livello nazionale che non necessita di tante presentazioni (per tutte le info: www.anmil.it). Quello che invece ci interessa comunicarvi è che sabato 29 maggio ha aperto una nuova sede anche a Quarrata, in via Pistoia 27.
Se si è giunti a questo traguardo, gran parte del merito va a Daniele Manetti, noto per essere il presidente di Legambiente Quarrata, ma attivissimo anche in questa realtà, essendo “Responsabile tecnico per Amianto e tumori professionali Anmil Pistoia” e “Componente della commissione nazionale Amianto e tumori professionali”. Nella sede locale ci ha accolto lui, assieme all’avvocato Paola Pellegrini, di Quarrata, referente legale per Anmil Pistoia e facente parte della “Commissione per le malattie professionali ANMIL”.
Diciamo subito che non ci addentreremo nei tanti servizi che offre questo patronato, dalla dichiarazione dei redditi, al reddito di cittadinanza, alle pensioni e via di seguito, ma ci concentreremo sulle malattie legate al lavoro e sul loro riconoscimento, approfittando dell’esperienza di Daniele e Paola. «E’ importante sottolineare che per ogni decesso per infortunio sul lavoro, pensiamo al caso della povera Luana D’orazio, ce ne sono almeno dieci per tumore professionale» puntualizza subito Manetti. Parliamo chiaramente di persone che hanno lavorato per decenni a contatto con sostanze nocive, tipo i dipendenti di diverse aziende pistoiesi, ammalatisi dopo 30 anni dal contatto con l’Amianto; da qui la difficoltà di ricostruire e dimostrare tutto il percorso professionale che ha portato alla malattia. A riguardo, i dati del Ministero della Salute sono eloquenti: solo nel 2018, a fronte di 15.000 tumori maligni per cause lavorative, ne sono stati denunciati appena 2.000 e l’Inail ne ha riconosciuti e indennizzati circa 1.000 e basta.
Avvocato, questi dati sono obiettivamente sconfortanti, e tanti penseranno: “Ma chi me lo fa fare di denunciare il mio caso?”
«Capisco, ma è un atteggiamento sbagliato, perché ci vuole fiducia. Va anche detto che in tanti non sanno cosa fare e come muoversi in questo universo pieno di leggi e postille. Ecco, in questi casi mi inserisco io per tutelare i diritti delle persone ed ottenere quanto gli spetta, senza però illudere mai nessuno. D’altronde la strada del riconoscimento delle malattie professionali è spesso in salita, soprattutto per quelle non ancora “tabellate”».
Seguite tutti dall’inizio alla fine?
«Nessuno resta indietro, questo è il nostro motto. Ci tengo inoltre a precisare che per questa associazione la mia consulenza professionale è gratuita e se si arriva ad intraprendere una vera e propria azione legale, ogni tesserato ANMIL ha sconti sulle spese legali».
E si arriva anche a processo?
«Meno di quel che si crede; spesso si possono trovare valide soluzioni, percorrendo strade diverse».
Parlando con Manetti, scopriamo inoltre che l’Amianto non era solo contenuto nelle vernici per i treni, oppure nelle coperture delle fabbriche, ma anche in certi macchinari per la lavorazione del cuoio, oppure nelle vecchie pasticche per i freni delle auto, che hanno fatto ammalare diversi meccanici. Di tumore si sono ammalati persino alcuni falegnami esposti a specifiche polveri di legno cancerogene. Insomma si tratta di un universo eterogeneo tutto da scoprire e per questo la “Commissione tecnica malattie professionali ANMIL” di cui Manetti è uno dei personaggi di spicco, ha firmato un accordo di collaborazione con la regione Toscana nel mese di aprile, per creare una mappatura di questi pensionati e lavoratori che si sono esposti a prodotti cancerogeni e per questo si sono ammalati. “… Saranno interpellati e se daranno il loro consenso, saranno inseriti nel percorso di sorveglianza gratuita…”, si legge in un documento ANMIL. Così, alcuni di loro, potranno salvarsi da conseguenze tragiche per la loro salute.
In conclusione, mi pare di capire che non vi occupate solo di Amianto.
«Certo che no» dice Manetti. «Noi trattiamo malattie professionali riguardanti Amianto e rischio chimico, unendo il punto di vista tecnico e medico a quello legale, per lottare al fianco dei cittadini sempre in un clima di partecipazione».
L’avvocato Paola Pellegrini riceve presso la sede ANMIL di Quarrata tutti i mercoledì dalle 17 alle 19. Si consiglia di prendere un appuntamento: 0573 22237
DANIELE MANETTI: UNA VITA CONTRO L’AMIANTO
La lotta di Daniele contro l’Amianto dura da tutta la vita, anche perché gli effetti di questo materiale nocivo hanno coinvolto tutta la sua famiglia, per il quale infatti si sono ammalati lui e entrambi i suoi genitori.
Il babbo Vivaldo ha incontrato l’Amianto per via del suo lavoro di carpentiere presso Breda Costruzioni e questo lo portò a contrarre l’Asbestosi, una malattia polmonare cronica conseguente all’inalazione di fibre di asbesto. E’ morto nel 2011 tra tante sofferenze. Invece la mamma di Daniele, Anna Bellini, se né andata giovanissima nel 1975, a causa di un carcinoma polmonare, sebbene non fosse una fumatrice né facesse un lavoro pericoloso per la sua salute. Probabilmente si era esposta all’Amianto, quando lavava a mano le tute da lavoro che il marito riportava a casa.
Infine anche Daniele si è rovinato i polmoni a causa di questo materiale ed è stato riconosciuto invalido Inail, proprio come il babbo. Nello specifico Manetti ha lavorato alla San Giorgio di Pistoia come Vivaldo e lì, fra il 1972 ed il 2001, ha rivestito il ruolo di tecnico addetto alla verniciatura dei rotabili e agli impianti di verniciatura e poi alla classificazione dei materiali per i rotabili. Quindi il suo compito prevedeva che non rimanesse in ufficio ma girasse per gli stabilimenti, entrando quotidianamente a contatto con le sostanze cancerogene alla base della vernice dei mezzi di trasporto di allora (autobus, metropolitane, treni), così come gli operai che la adoperavano.