di Maria Stefania Bardi Tesi
giugno 2009
Altro significativo prodotto della vite, Il Vinsanto. Non c’era famiglia che non possedesse una bottiglia di vinsanto per offrirne all’ospite. Oggi sostituito dal caffè. Il vinsanto era simbolo di amicizia ed ospitalità, era il protagonista di ogni ricorrenza che meritasse un brindisi. Nelle famiglie contadine era in uso riunirsi nell’ultimo giorno di carnevale per festeggiare con cenci, bellingozzi e vinsanto. Sul nostro territorio è sempre stato offerto per lo più accompagnato dal bellingozzo casalingo. Era ingrediente di molte preparazioni culinarie come il brodo di vinsanto, il pollo al vinsanto, la zuppa e… nei crostino e in tante altre ancora, forse ancor più del vino . Il vino era però assai presente nella merenda dei bambini: pane vino e zucchero insieme a pane e olio, pane olio e zucchero, pane e pomodoro stropicciato, pane e panna di latte con zucchero. Merende di una volta cadute in disuso a favore di merendine sofisticate, incredibilmente soffici, allusive di amori materni, di cui certo non conoscono il significato essendo totalmente industriali. Tempi che cambiano… fortunatamente stiamo seriamente avviandoci al recupero di tradizioni alimentari da tramandare alle giovani generazioni per dare loro modo di poter godere dei benefici effetti della “qualità” alimentare della tradizione.
Altro prodotto eccezionale della natura è l’olio extravergine di oliva, che può ben essere paragonato per le sue incredibili proprietà, ad un farmaco naturale. Non poteva non essere altro che un alimento prezioso per l’uomo se, come narra la leggenda – “Un giorno spuntarono semi sul monte Tabor che dettero vita , sulla tomba di Adamo, all’ulivo”.
Leggenda a parte, di fatto l’ulivo pare fosse già presente nell’Asia Minore 6000 anni A.C. Considerato da Zeus il “dono” più utile all’umanità; secondo quando narra un’altra leggenda – “Pare che Zeus per quietare la bramosia degli Dei dell’Olimpo per l’assegnazione della Polis (Atene) inventasse una gara. La Polis sarebbe stata assegnata a colui che fosse riuscito a portare il dono più utile all’umanità. Fu scelto l’ulivo. Al pari del vino rivestì nei secoli importanza economica tanto da esser chiamato “oro verde”, utile non solo come alimento ma per la bellezza del corpo, per la salute, per l’illuminazione. La raccolta delle olive e la frangitura al frantoio rappresentava e rappresenta un momento significativo per il reddito familiare ed al pari della vendemmia è un altro momento di festa nell’anno agrario, ancora ben tangibile sul nostro territorio.
La cena al frantoio in attesa dell’olio è ancora vissuta come una volta, nonostante i nostri frantoi siano per lo più modernizzati. Fagioli, ceci, baccalà e aringhe con l’immancabile pane arrostito, inzuppati di olio nuovo …tanta abbondanza però non si era mai vista fino a qualche decennio fa’. I nostri vecchi ci insegnavano a condire con un C di olio, vale a dire poco; tanto era prezioso. Le olive si facevano indolcite e/o al fiasco, le pietanze …un infinità. L’olio si usava con il tuorlo d’uovo per rinforzare i capelli; infuso con la camomilla per curare infiammazione ed arrossamenti e quanti altri rimedi!! Per non parlare della cura dell’uva…