di Linda Meoni
dicembre 2014
«Non pagheremo con la vendita del Caselli la tanto promessa casa della salute». Come un vestito tanto caro, come un pezzo di storia della città che non può e non deve essere trattato come uno straccio di cui disfarsi, il vecchio ospedale Caselli è da tempo tornato a far parlare di sé. A chiedere con trasporto che non si speculi su una struttura che fu donata più di un secolo fa alla città e ai suoi abitanti (tanto che a ricordarlo dentro alla struttura c’è una lapide di marmo con i nomi dei benefattori) sono gli abitanti stessi. Oltre cinquecento quelli che, con una fiaccolata per le vie del centro di Quarrata, hanno voluto manifestare il loro dissenso alla vendita, ben tremila in più invece quelli che hanno firmato nero su bianco la petizione “Salviamo il Caselli”. Numeri che bene danno l’idea dell’attaccamento a una comunità e alle sue radici, nonché della volontà dei cittadini di partecipare a una scelta, quella riguardante la loro salute, che li vede direttamente coinvolti più di ogni altra. «Tutto è cominciato quando è stata chiusa la guardia medica alla Croce Rossa per motivi legati alla regolarità dei locali in cui si trovava» spiega Lorenzo Rossomandi, tra i promotori del gruppo No Tares e della petizione “Salviamo il Caselli”. «In nessun altro caso nella nostra provincia, c’era mai stato tanto rigore da parte dell’Ausl, neppure nei locali del presidio di via Marco Polo, più volte definito non a norma in quanto pieno di barriere architettoniche. Troppe manovre per noi inspiegabili che ci hanno portato a volerci vedere chiaro. Un intreccio complicato che porta a una sola e triste conclusione: sì alla casa della salute a Quarrata, ma solo se si riuscirà a vendere il Caselli. E a questo noi ci siamo da sempre opposti».
Una vicenda quella del Caselli, immobile di proprietà dell’Azienda sanitaria pistoiese, di non semplice percorso, in uno zig zag tra promesse e ripensamenti. Qui, almeno, stando alle intenzioni iniziali, avrebbe dovuto trovar sede la casa della salute. Salvo poi ritenere “troppo onerosi” i lavori e decidere di vendere l’immobile stabilendo congiuntamente, Comune e Ausl, di individuare una nuova sede da destinare a presidio sanitario. Peccato che poi, dopo il bando pubblicato un anno fa dall’Ausl a questo scopo, tutto sia finito nel dimenticatoio, lasciando gli stessi candidati al palo. «Quarrata» continua Rossomandi, rappresentante del comitato insieme a Renata Fabbri, Marco Monaco e Gianni Nocera, è l’unico Comune della provincia senza Casa della salute, ma non deve pagare col Caselli. C’è un rischio concreto che il cambio di destinazione non porti ad una vendita vera e propria, evento comunque piuttosto nefasto per un immobile donato ai cittadini di Quarrata, ma addirittura che non abbiano neanche intenzione di farlo. La nostra mobilitazione non si è fermata, tanto che abbiamo fatto presente come molti soldi siano stati spesi di recente per opere di messa a norma quando sarebbero bastati 480mila euro, di cui 425mila già stanziati dalla Regione, per realizzare la casa della salute nell’edificio di via Larga. Ecco perché anche la Regione si è mossa chiedendo chiarimenti all’Ausl».
Poi la fiaccolata pro Caselli, uno straordinario successo, fondamentale per l’approvazione in consiglio comunale di una mozione che vuole proprio al Caselli la nuova casa della salute. Una partecipazione e una mobilitazione così forti che lo stesso presidente della Regione si è detto impressionato. Fino all’ultimo capitolo, certo non destinato ad essere la fine della storia: una commissione d’inchiesta della Regione Toscana per fare chiarezza sugli immobili dell’azienda sanitaria di Prato Firenze e Pistoia, in particolare sull’ospedale Caselli.
Per le foto della fiaccolata, si ringrazia Luca Giuntini.