di Carlo Rossetti
dicembre 2016
La scenografia è una parte molto importante di uno spettacolo teatrale, sia esso di prosa che di lirica. Pure nel cinema riveste un particolare valore. Non è soltanto un elemento decorativo, ma deve assolvere a una funzione espressiva, assecondando il testo teatrale nell’evocare l’atmosfera adatta.
Anche Quarrata ha una scenografa che si è diplomata all’Accademia di belle Arti di Porta Romana a Firenze, che da poco ha iniziato a collaborare con alcune compagnie teatrali. E’ la giovane Pamela Renzi che incontriamo nel suo studio-laboratorio situato nella nostra periferia. Una volta entrati ci troviamo di fronte a una giovane ragazza molto disponibile e dal sorriso accattivante. Ci rendiamo subito conto che l’ambiente non è uno dei soliti; da quanto si può scorgere qua e là, si capisce che tutto ciò è il frutto di una mente a cui non manca né immaginazione, né vivacità. Oggetti scenici, scritte, disegni e cartelloni, rivelano uno mano felice nella realizzazione delle idee, anche per l’uso dei più disparati materiali.
E’ chiaro che per un’attività del genere la scuola non basta se non c’è l’inclinazione artistica, se manca il talento. L’insegnamento serve a conoscere la tecnica, ad accrescere le necessarie conoscenze, perché nella realizzazione di una scenografia sono tanti gli aspetti di cui va tenuto conto. Oltre al progetto e all’eventuale bozzetto, devono essere studiati le proporzioni, i materiali più adatti e la possibilità di adattamento nei differenti spazi che possono incontrarsi durante una tournée. Va sottolineato che il primo impatto con lo spettatore avviene attraverso la scena, non appena si apre il sipario. Sta allo scenografo riuscire per primo a catturare l’attenzione del pubblico. Pamela tutto questo lo sa e ne tiene conto quando è chiamata a dare il suo apporto ad uno spettacolo. Basti pensare che la prima scenografia realizzata è stata per lo spettacolo teatrale Bent, portato in scena in molti teatri della Toscana, con la regia del concittadino Lorenzo Tarocchi. Un bellissimo spettacolo, ben recitato, in cui la scena realizzata da Pamela Renzi, conferisce al dramma, una forza evocatrice di grande suggestione. Per rappresentare un lager dove ha luogo l’azione, Pamela ha fatto ricorso a una scenografia scarna, sobria, ricorrendo a pochi elementi scenici, ma sufficienti a creare quel senso di angoscia e di dolore propri di un luogo come questo. Una scena perfettamente aderente al testo, una mirabile prova per Pamela.
Successivamente ha curato le scenografie di due musical diretti da Giulia Nannini, presentati al Teatro Manzoni di Pistoia con vivo successo. Inoltre ha curato le scenografie di uno spettacolo di Alessandro Riccio, regista fiorentino molto importante, che non ha avuto nessuna riserva nei confronti della giovane scenografa, affidandole un compito di importanza rilevante. E certo non si è pentito di averlo fatto, dato il risultato.
Crediamo che l’inizio sia stato molto promettente. Ora, nell’attesa di nuovi cimenti teatrali, Pamela Renzi cerca di non disperdere il suo entusiasmo e perciò si dedica a tutti quei lavori che abbiano un comune denominatore: la fantasia e il talento. E di entrambi, Pamela ne ha da vendere.