di Marco Bagnoli. Ph: Foto Olympia
giugno 2015
Quella che ci apprestiamo a raccontarvi è una storia dal sapore familiare, un sapore dolce e profumato in questo caso, ancora fresco e fragrante dopo più di trent’anni.
Il fondatore della pasticceria è Fernando Mearini; ma in questo caso non era il pasticciere il suo mestiere principale. Fernando aveva lavorato presso un negozio di pasticceria in Umbria, sua regione d’origine, ma dopo essersi trasferito si era messo a fare l’idraulico, e fu solo la sua frequentazione di un bar all’epoca storico, il vecchio “bar del Chiuso”, che divenne amico di Franco Giuntini – il quale possedeva un forno tutto suo. Franco, venuto a conoscenza dei trascorsi culinari di Fernando s’incuriosì di metterlo alla prova e dovette pregarlo un bel po’ prima che accettasse di lavorare per lui. A trattenerlo era stata la consapevolezza della dura vita del pasticciere, per molti aspetti simile a quella del fornaio; Franco rimase soddisfatto dell’esperimento – era circa il 1973 – e così adesso Fernando non poteva più tirarsi indietro.
Un’altra buona ragione che gli diede man forza fu anche l’incontro con la sua futura consorte, Manuela, anche lei oriunda, di vicino Modena. La situazione lavorativa dei Mearini era quella di un laboratorio artigiano che produceva per il forno Giuntini e per altri bar e negozi della zona, con la manodopera ridotta ai due soli coniugi e poco altro; è a questo punto, verso il ’77, che i Giuntini, Franco e Luisa – a questo punto due personaggi chiave e due amici insostituibili nella nostra dolce vicenda – pensarono bene di passare la pasticceria a Fernando e Manuela, trattenendo per sé lo storico forno. Questo momento rappresentò un’importante occasione di riflessione, portando i nostri a riconsiderare le dinamiche de proprio lavoro: forse era giunto il momento di organizzare un incontro diretto tra il produttore e il consumatore finale, insomma, espandere la produzione artigiana con una pasticceria propria, che accogliesse al meglio un cliente che fino a quel momento era sempre stato raggiunto per via di terzi.
Due validi alleati furono i figli, Damiano e Valerio: Damiano era entrato subito a lavorare coi genitori, spinto dall’esempio degli stessi, mentre Valerio non sarebbe entrato che dopo il militare. È con l’aiuto dei fratelli che l’azienda di famiglia assume l’assetto di oggi: Damiano si occupa del laboratorio, mentre Valerio cura la parte relazionale e comunicativa; l’uno costantemente aggiornato con corsi e seminari, l’altro diplomato sommelier. Ad oggi la famiglia si è allargata, tra il personale del laboratorio e quello del bar, e soprattutto con l’arrivo dei nipotini Tommaso, Olivia e Viola. Continueranno anche loro la squisita tradizione di casa Mearini? Forse; per ora si limitano agli assaggi e a qualche infornata di biscottini. La linea guida della pasticceria sembra pensata appositamente per i bambini; il lavoro dell’artigiano, che punta sulla qualità e la genuinità delle materie prime e sul continuo innovamento delle tecniche e delle procedure – adesso che a forza di programmi tv i semplici appassionati potrebbero quasi saperne di più di un vero pasticciere! Ecco allora che la bontà degli ingredienti si toglie lo sfizio dei più arditi esperimenti di cake-design, autentiche opere d’arte che è quasi un peccato dover tagliare, ma che sarebbe un delitto non mangiare.