di Daniela Gori. Ph: Foto Olympia
settembre 2016
Riccioli tra il castano e il biondo, occhi vispi dietro gli occhiali da bambino studioso, è proprio lui: Pietro Giannoni di Quarrata, 8 anni a ottobre, a fare bella mostra in foto nei negozi di Benetton di mezzo mondo. Immortalato da Giulio Rustichelli – fotografo di talento del centro Fabrica e erede artistico di Oliviero Toscani nella campagna Benetton – esposto ovunque nelle vetrine del villaggio globale, vive, udite udite, a due passi da noi: abita a Quarrata, frequenta la scuola primaria di Valenzatico e gioca a calcio nell’Olimpia. Per questo nella sua cittadina in molti lo riconoscono, dopo l’exploit da mini-modello.
Pietro ha cominciato a frequentare il mondo della moda all’età di 3 anni e mezzo con una sfilata a Napoli, e da lì ogni tanto va “in trasferta” per qualche capatina sulle passerelle e negli shooting fotografici per vari brand e stilisti rinomati. Mini-modello richiestissimo, recentemente ha sfilato anche a Pitti bimbo, prima di andare a Treviso dove lo hanno voluto come uno dei tanti bambini immagine per l’ultima campagna pubblicitaria di Benetton, autunno inverno 2016.
Un impegno che comunque non lo tiene lontano dal mondo della scuola e dei giochi con gli amici, come racconta la mamma Veruska Lenoci: «Con l’agenzia fiorentina di casting ho messo subito le cose in chiaro» dice categorica «questa attività non deve incidere sull’andamento scolastico. Siamo d’accordo che il bambino non deve perdere troppi giorni di scuola, perché lo studio deve venire prima di tutto. Finché lo fa volentieri, io e suo padre ci siamo detti: “perché no?” A Pietro piace, in queste occasioni socializza e si diverte un sacco con gli altri bambini e con alcuni di loro è diventato amico ed è rimasto in contatto. Nostro figlio è un bambino come tutti, magari lo lusinga apparire nelle foto, ma poi ha gli stessi interessi e divertimenti degli altri ragazzini della sua età. Certamente qualora vedessimo che per lui fare il modello è diventato un sacrificio, metteremmo la parola fine a quello che per un bambino deve rimanere solo un gioco».