di Alessandro Pratesi
marzo 2023
Da decenni si consumano dibattiti sull’abnorme complessità del sistema fiscale, che obbliga cittadini, imprese e i consulenti che li assistono a rispettare un calendario di adempimenti (e di versamenti…) non più sopportabili. Ebbene, pur muovendo dal presupposto che l’ordinamento tributario non può prescindere da tecnicismi e regole che richiedono competenze specifiche, il legislatore sembra ignorare quello che una norma dello Stato, il cd. Statuto dei diritti del contribuente (L. 212/2000), stabilisce a chiare lettere: “I modelli e le relative istruzioni devono essere comprensibili anche ai contribuenti sforniti di conoscenze in materia tributaria. L’amministrazione finanziaria assicura che il contribuente possa ottemperare agli obblighi tributari con il minor numero di adempimenti e nelle forme meno costose e più agevoli”. E ancora: “Al contribuente non possono, in ogni caso, essere richiesti documenti e informazioni già in possesso dell’amministrazione finanziaria o di altre amministrazioni pubbliche indicate dal contribuente”.
Disposizioni, queste, costantemente disattese, a dimostrazione che la macchina fiscale, così come è stata concepita, è capace di resistere a qualsiasi tentativo di riforma. Altrettanto disattese le previsioni che impongono un preciso obbligo, in capo all’Agenzia delle Entrate, di assumere idonee iniziative volte a consentire la completa e agevole conoscenza delle disposizioni legislative e amministrative vigenti in materia tributaria, nonché a portare a conoscenza dei contribuenti, tempestivamente e con i mezzi idonei, tutti i chiarimenti necessari ad agevolare gli adempimenti. Si potrebbe scrivere un libro sulla mancata attuazione di tali principi. Si è assistito, invece, all’emanazione di norme sempre più complesse, con flusso torrentizio, spesso contraddittorie se non, addirittura, incomprensibili.
Tutto ciò premesso, per l’ennesima volta è stata annunciata la riforma fiscale: revisione delle aliquote, profondo riordino delle detrazioni d’imposta e, segnatamente, della giungla dei bonus fiscali, alcuni dei quali, negli ultimi tempi, hanno creato non poche difficoltà: a titolo esemplificativo, il superbonus 110%, che ha subito ben trentatré modifiche legislative, con pesanti conseguenze sui cittadini e, purtroppo, anche sulle imprese rimaste in mezzo al guado. Non resta che confidare che la promessa si trasformi in fatti concreti: equità fiscale, semplificazione dei procedimenti amministrativi, accertativi, di riscossione e del contenzioso, rimodulazione delle sanzioni amministrative e penali, riordino delle norme in testi unici. Ne sentivo parlare quando mi affacciavo alla professione, chissà se, in prossimità della pensione…
P.S.: nell’ultima versione del testo normativo si informa che le richieste di precisazioni all’Agenzia delle Entrate, su questioni controverse, saranno a pagamento. Insomma, se chi scrive i testi non lo fa in modo chiaro, si otterrà risposta, ma non più gratuitamente. Discutibile, a tacer d’altro…