Luciano Michelozzi – ritratto di un amico

Luciano Michelozzi – ritratto di un amico

di Carlo Rossetti. Foto: Archivio fotografico Michelozzi (tutti i diritti riservati).

settembre 2010

Estroverso, geniale, imprevedibile. Basterebbero questi aggettivi a definire la personalità di Luciano Michelozzi, uno che può essere considerato un vero e proprio personaggio di una Quarrata che non c’è più. Raccontarlo non è cosa semplice, perché è difficile rappresentare una personalità poliedrica come la sua; bisogna averlo conosciuto per capire chi fosse Luciano Michelozzi. Era un appassionato di radiofonia, e per questo uno fra i primi radioamatori della zona, ma con interessi rivolti anche ad altri campi, come la fotografia e il cinema.

L’attività principale era costituita da un negozio di apparecchi radio, il primo del genere a Quarrata, nel quale oltre alla vendita, curava la riparazione delle radio stesse e contemporaneamente faceva l’operatore di cabina presso il cinematografo del Dopolavoro Nazionale, circolo ricreativo locale. Anche quando il Dopolavoro nel dopoguerra diventò Casa del Popolo, Luciano continuò il suo lavoro, per passare poi al cinema della Società Operaia, trovando il tempo anche per fare alcune proiezioni nel piccolo Circolo di Lucciano che già aveva avuto in una precedente stagione, una propria programmazione cinematografica. Ma ciò non era sufficiente a soddisfare la sua passione e fu così che in quegli anni improvvisò alcuni cinema all’aperto, ora in una frazione, ora in un’altra del Comune.

L’ultima, in ordine di tempo, l’arena giardino realizzata verso i primi anni Sessanta, in un’area posta dietro il palazzo comunale, con tanto di piscina ai piedi dello schermo , ulteriore richiamo all’estate, che ha rappresentato per Luciano l’ultima esperienza di una passione da sempre coltivata e mai venuta meno. La programmazione fatta principalmente di film western, che all’aperto acquistavano un più ampio respiro proprio perché il luogo dava a quel genere di film una maggiore suggestione, soddisfaceva le aspettative di un pubblico di affezionati, richiamati più dall’aria fresca che dalla qualità dei film, che comunque era di un buon livello. Non di rado il gracidare dei ranocchi del vicino Fermulla, insieme al crepitio delle pistole, al rumore degli zoccoli dei cavalli in corsa, confluiva in un’unica colonna sonora. Ma proprio la passione per il cinema, in tutte le sue espressioni, ha portato Luciano nel corso di una quarantina d’anni, a filmare tutti i maggiori eventi di una Quarrata in trasformazione, diventando inconsapevolmente un attento e fedele cronista di un’epoca.

Ora quelle immagine costituiscono un patrimonio storico-affettivo di grande importanza, e sono lì in attesa che qualche Ente o privato, si impegni per la realizzazione di un documentario. Anche dal punto di vista fotografico ha lasciato centinaia e centinaia di foto, per le quali sappiamo che si sta lavorando per creare un archivio. La sua realizzazione sarebbe prima di tutto un tributo all’opera di Luciano e soprattutto un’ importante fonte storica fotografica cui ricorrere. Non poteva mancare fra i progetti e gli interessi di Luciano la televisione. Infatti nei primi anni Settanta, subito dopo la nascita di Tele Biella, una delle prime se non la prima emittente via cavo, dette vita a Tele Quarrata che è andata avanti fino al 1996.

Ma ci preme sottolineare come già nel 1958, Luciano riuscisse a realizzare nei locali del Circolo La Pineta, una trasmissione televisiva a circuito interno. Come si può vedere non mancava né di iniziativa, né di idee ed è perciò indiscusso l’apporto che ha dato alla storia cittadina , anche se in un campo apparentemente meno importante di altri. Perciò parlando di Luciano Michelozzi non si parla di una persona qualsiasi, ma di una che ha lasciato un segno nel ricordo di tutti e una traccia concreta del suo operato. Di lui ci piace far presente la grande semplicità con cui faceva le cose, senza mai attribuirsi particolari meriti, né darsi arie. Inoltre possiamo dire, e non è la retorica del dopo, che era di una simpatia unica. Aveva delle improvvisazioni, delle gag che suscitavano in tutti l’ilarità per la naturalezza e l’estemporaneità con cui venivano fatte.

Cose che solo una fantasia come la sua, un estro creativo sempre vivo, potevano concepire e realizzare, precursore di certi personaggi portati alla ribalta dal film Amici miei”. E’ così che di lui si raccontano ora tante cose. Crediamo che alcune facciano parte dell’inevitabile aneddotica che accompagna la sua fama, altre invece sono vere, perché ne siamo stati testimoni. Per rendere più autentica e vera questa testimonianza, basata finora sul racconto delle sue indiscusse qualità, dobbiamo aggiungere anche quegli aspetti per così dire meno positivi, che fanno parte comunemente della natura umana. Intanto dobbiamo dire che non era facile collaborare con lui, seguirlo nei suoi propositi. Sempre alla ricerca di persone da coinvolgere nei progetti, alle quali chiedeva consigli o la partecipazione, era altrettanto propenso a fare immancabilmente di testa propria, perché in fin dei conti non voleva nella conduzione l’ingerenza di nessuno. Incontrandolo dopo cena, se gli veniva in mente di farti assistere ai suoi collegamenti con il “baracchino”, l’apparecchio radio-ricevente, a nulla valeva il tuo rifiuto motivato dalla consapevolezza che ciò ti avrebbe costretto a un’intera nottata al suo fianco, ascoltando un impasto di fischi, di parole smorzate, di suoni gutturali in un continuo brusìo di fondo. Mentre tu, verso le tre del mattino, vinto dal sonno cercavi di riguadagnare l’uscita, venivi ripreso per un braccio e riportato al tuo posto da Luciano che felice per essersi collegato con varie parti del mondo, ti proponeva il tentativo di un collegamento con qualche nave dell’Oceano. Tu arreso, non potevi fare altro che sottostare al tuo amico “persecutore”.

Nonostante questo e forse proprio per questo, rimane il ricordo di una persona unica. Per quanto riguarda la televisione, ha rifiutato proposte di una certa importanza che gli avrebbero permesso di essere una delle prime televisioni della Toscana. L’organizzazione della sua emittente si basava soprattutto sull’improvvisazione e sulla precarietà, ma se vogliamo, erano i presupposti perché la cosa funzionasse secondo un suo modo esclusivo di essere e di operare. Ciononostante, con l’aiuto di amici che di volta in volta gli hanno dato una mano, è riuscito a dar vita per tanti anni a una voce locale dell’informazione. Perciò oltre al ricordo, è un senso di gratitudine che ci lega a Luciano Michelozzi per la testimonianza viva e suggestiva che ci ha lasciato, costituita dal materiale documentario che permetterà a coloro che non hanno conosciuto la Quarrata d’altri tempi di vedere come eravamo. Per gli altri, i superstiti di un’epoca, un tuffo nostalgico nel passato.

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