di Massimo Cappelli
settembre 2015
Prosegue il nostro viaggio fra i sindaci di Qua. Stavolta incontriamo Rosita Testai, in carica da agosto 1980 a maggio 1987. Fu la prima donna sindaco, e per l’epoca, visto anche lo scarso numero di donne in politica, per Quarrata fu una cosa un po’ insolita. Vi confido che all’epoca andavo orgoglioso di avere una bella signora a rappresentare la mia città.
Cosa spinse una giovane ragazza di circa trent’anni a candidarsi alla guida di Quarrata? E come hai affrontato gli avversari politici, i cittadini scontenti o le istituzioni?
Certamente non il caso, ma quindici anni di volontariato nel sociale cattolico e laico della mia città. Dal ’65 al ’75, prima nella San Vincenzo parrocchiale, poi nelle scuole serali del mondo cattolico e marxista, poi nel Collettivo femminista della Casa del Popolo, per la parità della donna ed i diritti civili, quindi l’ingresso in politica come candidata del PSI alle elezioni comunali del ’75. La scelta politica fu la conseguenza dell’impegno sociale e soprattutto mi apparve la via strategica per risolvere i problemi della città e per interagire con le istituzioni presenti sul territorio. La nomina a Sindaco fu il risultato della mia militanza ai vertici della maggioranza PCI-PSI, quando fu confermata alle elezioni comunali dell’ 80. In questo quadro, gli avversari politici i cittadini e le istituzioni non erano più difficoltà insormontabili, ma gli interlocutori con cui da tempo lavoravo e la mediazione continua, piuttosto che lo scontro, era una prassi ormai rodata, utile anche per amministrare il Comune.
Qualcuno, sia nel tuo partito che nelle opposizioni, ha mai tentato di imporre la sua supremazia di maschio?
Direi di sì, perché nell’ambiente maschilista della politica il rischio c’era, allora come ora del resto, per tutte le donne. Certo essere giovane e donna ed in più ricoprire a Quarrata una carica al vertice del potere, faceva scattare la competizione, che quotidianamente cercavo di frenare e di portare fuori dal terreno della “supremazia maschile”, verso il terreno della parità di genere, della collaborazione, della responsabilità e del rispetto reciproco. Oltre a ciò va detto che la sinistra quarratina andava accettando la parità di genere anche ai vertici del potere, trovandosi in quel momento in pieno ricambio generazionale e con le donne che premevano alla base del potere, essendo già entrate in Consiglio Comunale nel ’75. La mia nomina a Sindaco, in quanto donna, al di là del mio impegno, fu soprattutto la pubblica conferma che le donne finalmente erano arrivate ai vertici delle istituzioni anche a Quarrata!
Negli anni ’80, Quarrata era un Polo di attrazione per chi voleva arredare casa; cosa poteva esser fatto per evitare la situazione attuale?
Oggi in piena crisi del mobile e della biancheria è evidente la mancanza di un settore produttivo alternativo a Quarrata. Ci domandiamo quale può essere il nuovo settore trainante. Il Vivaismo? Il Turismo? In realtà già negli anni ’80 i produttori avrebbero dovuto investire capitali nella ricerca, per rinnovare il prodotto, i processi produttivi e l’uso delle strategie di mercato, in modo da reggere meglio la concorrenza globale. Comune, Provincia e Regione avrebbero dovuto ammodernare le infrastrutture di servizio alla economia come la viabilità. Oggi i lavori finalmente iniziati, ma non completati, mostrano un ritardo quasi trentennale. Il primo Piano Regolatore Urbanistico, se fosse arrivato con più anticipo, poteva offrire al tessuto economico locale aree omogenee, funzionali e strategiche, anche ai fini della riduzione dei costi.
La tua più grande soddisfazione e la tua più grande delusione politica?
Tra le soddisfazioni: oltre al completamento delle opere avviate dal Sindaco Caramelli ( i bacini idrici, le fognature ed i cimiteri) alcuni interventi che colmavano i ritardi ventennali nei servizi alla persona ed alla donna e nella cultura, quali: l’Asilo Nido, l’apertura di Villa La Magia con il Museo del Montalbano ed il percorso ginnico nel bosco, la donazione di Agenore Fabbri, scultore quarratino di fama europea, del bronzo per il Monumento alla Pace, la cui collocazione portò alla ristrutturazione di Piazza Risorgimento.
Tra le delusioni: l’approvazione del primo Piano Regolatore Urbanistico, dopo dieci anni di studi e verifiche, iniziati dal Sindaco Caramelli, che centrava l’obiettivo dell’uso razionale del territorio, dopo anni di disordine, fu di soddisfazione ma anche di grande amarezza, quando la dura realtà mostrò che la politica di crescita zero della Regione Toscana mutilava il piano nel suo impianto viario e nelle aree di sviluppo e che la crescita urbana continuava a sfuggire alle regole; la difficoltà ad affermare in Provincia ed in Regione la forza contrattuale della città di Quarrata, seconda a Pistoia per numero di abitanti; la difficoltà a colmare, nonostante i cantieri aperti, il ritardo storico nella dotazione dei servizi al territorio ed alla persona ed il senso di inadeguatezza per non riuscire a dare a Quarrata un volto di città, per il quale ci sono voluti oltre venti anni di lavoro da parte dei Sindaci Marini e Gori.
Cosa vuoi dire ai tuoi concittadini?
Agli amministratori l’invito ad affermare il potere contrattuale di Quarrata nel contesto regionale, per non essere emarginata dalle scelte politiche importanti. Ai cittadini l’invito a contrastare la durissima selezione delle aziende in atto in campo economico, investendo di più nella vocazione artigiana locale.