di Daniela Gori
marzo 2024
Ha lasciato gli incarichi che ricopriva nelle realtà quarratine Rossano Ciottoli, per il ruolo di Segretario Generale della Fondazione delle Comunità Pistoiesi, fortemente voluta e costruita negli ultimi anni da un gruppo di lavoro che ha coinvolto diverse realtà di Pistoia e provincia. Presidente del consiglio di amministrazione è Paola Bellandi, vice presidente Daniela Gai. Dopo una lunga esperienza di quasi 30 anni sul territorio, come Presidente della Cooperativa Gemma e direttore dell’associazione Pozzo di Giacobbe, una nuova avventura sempre a favore delle persone più fragili e in difficoltà.
A fare una sintesi del lavoro svolto da Ciottoli su Quarrata è stato Emiliano Innocenti, Presidente del Pozzo di Giacobbe: «In tutti questi anni di lavoro Rossano ha dato un contributo vitale alla crescita ed alla tenuta della nostra Associazione anche in momenti molto difficili. Attraverso la sua attenta progettazione ci ha permesso di avere accesso a molte risorse provenienti perlopiù da soggetti privati che si sono trasformate in attività innovative e di grande valore ed impatto sociale per il nostro territorio. Il suo rigore morale, la sua tenacia ed i suoi valori non negoziabili, tutti rivolti a chi fa più fatica, sono stati pilastro per la nostra Associazione e ci guideranno anche nel prosieguo delle nostre attività. A lui vanno il nostro profondo ringraziamento ed i migliori auguri per la sua nuova avventura, nella speranza che ci possa essere una proficua collaborazione in un futuro anche non troppo lontano. Desidero anche ringraziare Benedetta Tesi per l’impegno preso nella sostituzione di Rossano alla Presidenza della Cooperativa Gemma, e le auguro un proficuo lavoro».
Intanto con “Bello e possibile” la Fondazione delle comunità pistoiesi ha fatto il resoconto sul suo primo anno di vita. La giornata, giovedì 29 febbraio, presso l’Aula Magna dell’Istituto Comprensivo Statale Bonaccorso da Montemagno, è stata l’occasione per un confronto sulle policy avviate sul territorio della provincia e i riflessi pratici ad oggi riscontrabili. Per i soggetti attori è stato anche il momento per aggiornare i presenti sullo stato di avanzamento del primo progetto in fase di attuazione (FUTUROPRESENTE, per il contrasto alla povertà educativa minorile) e per tracciare le linee di intervento sul fronte delle fragilità degli adulti. A tale proposito è previsto per prima dell’estate il lancio di una nuova manifestazione di interesse. Durante l’evento sono stati approfonditi alcuni passi di Piero Calamandrei, Amartya Sen, Edgar Morin. Don Milani, italo Calvino, con letture a cura dell’associazione Amnio teatro e da Card paper art. Tra le novità presentate anche il sito web della fondazione: www.fdcpistoiesi.it messo online in concomitanza dell’evento.
Dieci sono i soci fondatori della Fdc pistoiesi: la Fondazione Caript, il gruppo Mati, le cooperative sociali Gemma e Integra, le organizzazioni di volontariato Oltre l’orizzonte, Pozzo di Giacobbe e San Martino de Porres, Confcooperative Toscana Nord, la Comunità solidale di Lamporecchio, l’Istituto comprensivo statale Bonaccorso da Montemagno. La Fondazione delle comunità pistoiesi ha attivato tre fondi propri per linee di intervento prioritarie, sui temi dell’ambiente, del lavoro, della salute mentale e disabilità. Sia per quanto già fatto che per le scommesse per il futuro, il punto di partenza, ribadito anche durante la tavola rotonda del comitato tecnico scientifico – Giacomo Manetti e Filippo Buccarelli di Unifi e Gaetano Giunta della “gemella” Fondazione di Comunità di Messina e alla quale ha partecipato anche Lorenzo Zogheri presidente di Fondazione Caript – è la Costituzione con i suoi principi fondamentali, tenendo fede ai quali alcune tra le sfide da affrontare continueranno ad essere il sostegno ai più fragili, l’economia che si prenda cura della salute dell’ambiente, inteso come l’insieme delle persone e del territorio. La mission della Fondazione infatti, è “elaborare visioni strategiche di medio-lungo periodo capaci di innescare processi profondi di metamorfosi dei territori, e superare i modelli assistenzialistici del welfare locale ancora predominanti”.