di David Colzi
settembre 2010
Questo articolo è collocato nella nostra rubrica “Gente di Qua” proprio perché abbiamo parlato con una singola persona, ma visto il contenuto potrebbe stare tranquillamente in “Non solo poltrone e divani”: anche in questo caso infatti, Quarrata ci mostra un’altra eccellenza a livello nazionale, grazie alla scuderia Rally Point. Quando si parla di sport la parola d’ordine è Passione, come ci fa capire Armando Colombini Team Manager e fondatore della scuderia: <<Nella mia famiglia c’erano già persone interessante al mondo dei motori, che poi mi hanno trasmesso questa passione. Ho iniziato con le moto da Cross e dopo aver preso la patente ho partecipato ad un corso di guida per Rally; poi nel 1993 ho fatto la mia prima gara>>. La prima gara venne fatta guidando la macchina di suo cugino, ma presto Armando acquistò un’auto propria: ed è stato quello il punto di svolta, dove ha capito che la passione poteva diventare un mestiere. <<Qualche amico iniziò a chiedermi l’auto in prestito perchè magari doveva fare una gara e non ne possedeva una propria>> dice Armando <<Così comprai una seconda macchina, e da lì è inziata la scuderia Rally Point. Il massimo lo abbiamo raggiunto nel 2008 arrivando ad avere 11 vetture>>. Le auto di Armando e soci corrono in tutta Italia e in tutti i tracciati assicurando non poche soddisfazioni al loro team che si occupa di tutta la parte tecnica, gomme, ricambi, assistenza e addirittura benzina: insomma il cliente deve solo vincere! Nonostante la gestione di questo parco macchine, Armando non rinuncia a fare quattro o cinque gare l’anno come pilota, e quasi sempre al di fuori della Toscana per potersi fare anche una gita fuori porta. A questo punto una domanda è d’obbligo:
La più bella soddisfazione?
<<Professionalmente ne abbiamo avute tante. Quattro anni fa quando abbiamo vinto una gara europea guidando l’unica macchina con due ruote motrici, mentre le altre vetture in gare ne avevano quattro. Poi abbiamo vinto molti campionati e tante altre gare con piloti di tutta Italia>>.
Cosa ci vuole per gareggiare?
<<Tanta esperienza: in questa disciplina conta moltissimo perchè una curva non è mai uguale a l’altra, anche in un circuito in cui lo stesso passaggio lo si fa più di una volta. Poi è importante l’affiatamento con il tuo co-pilota, che in gergo tecnico si chiama “navigatore”>>.
Ha mai avuto paura?
<<No anche perchè le macchine oggi giorno sono molto sicure: certo gli incidenti succedono, a volte anche mortali, come è capitato al nostro amico Franco Ballerini il 7 febbraio 2010. Devo dire che la prima gara a cui ho partecipato dopo la sua morte mi ha messo un po’ a disagio, almeno durante la prima prova speciale>>. Gestire una scuderia Rally è un lavoro duro? <<Durissimo. Si lavora anche fino a tarda notte. Capita a volte che dopo una gara riportiamo a casa quattro delle nostre macchine danneggiate e noi in pochi giorni le dobbiamo risistemare perchè poi c’è da ripartire. Spesso non c’è neanche il tempo per dormire! (sorride). Da questo punto di vista è importantissimo il lavoro di squadra, ed il nostro team è fantastico proprio perché è formato da amici con una grande passione>>.
E poi c’è l’assistenza in gara.
<< Vero. In quel caso si sta in esterno, quindi: vento, freddo, pioggia e chi più ne ha più ne metta. Ecco perchè non è facile trovare persone disposte a fare questo tipo di vita, praticamente tutto l’anno>>.
Nonostante la vita “on the road”, Armando è anche marito e padre di una bimba di quattro anni, quindi concludendo la nostra chiacchierata, mi collego a quanto detto all’inizio dell’intervista: Sarebbe contento se sua figlia decidesse di continuare con questa passione? <<Sinceramente no! (sorride) Ho già avuto esperienza di un familiare che corre in gare: mi riferisco a mio fratello che da due anni ha deciso di provare a guidare un auto da Rally… e sto un po’ in apprensione, quindi mi immagino cosa proverei se un domani ci fosse mia figlia al volante!>>
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