SE.T.T. – giovani imprenditori per la sicurezza

SE.T.T. – giovani imprenditori per la sicurezza

di Daniela Gori

dicembre 2015

La crisi economica e il rischio disoccupazione non hanno spaventato un piccolo gruppo di giovani quarratini intorno ai 30 anni, che da venditori di corredi, si sono riconvertiti trasformando in lavoro quello che era all’inizio un modo di trascorrere il tempo libero. «Abbiamo guardato cosa mancava sul nostro territorio» ci ha raccontato Niccolò Pareti «e siccome ci è sempre piaciuto arrampicarci, anche facendo i volontari per la Vab, quando abbiamo visto che molte persone salgono sui tetti ma non conoscono i modi giusti per legarsi e mettersi in sicurezza, abbiamo deciso di creare una cooperativa per offrire questo servizio».

Così a Quarrata è nata la SE.T.T. Scarl, specializzata in lavori in quota sia su siti naturali che artificiali. «In effetti molte persone vogliono fare lavori in giardino, potando alberi, disinfestando i pini dalle processionarie, sistemando tetti, terrazzi e coperture, e la tromba d’aria nella zona sud di Firenze ha riproposto lo scenario di Pistoia e provincia dello scorso marzo, quando erano molti i tetti scoperchiati o danneggiati, gli arredi pericolanti e gli alberi bisognosi di potature istantanee. Purtroppo però è sempre alto il numero di incidenti e cadute con conseguenze spesso irrimediabili» continua Niccolò «ma non molti sanno che un recente decreto definisce con chiarezza chi ha le responsabilità per gli infortuni sul lavoro, anche in merito a tecnologie e condizioni operative adottate».

Il che significa, tradotto in poche parole, che chi per esempio manda, anche da privato, una persona sul proprio tetto di casa o su un albero del proprio giardino, e questa cade e si infortuna, colui che ha commissionato il lavoro ne risponde penalmente. «Molte volte le persone trovano come scusa che tanto sul tetto non c’è modo di ancorarsi» spiega ancora Niccolò- «ma non tutti sanno che anche in assenza di linee vita permanenti, c’è il sistema di lavorare come facciamo noi, utilizzando ancoraggi, simili a quelli delle arrampicate su roccia».

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