Serafina Nesti – una storia da riscoprire

Serafina Nesti – una storia da riscoprire

di David Colzi

settembre 2013

La storia che vi stiamo per raccontare arriva da Caserana (anche se tecnicamente siamo ancora nella frazione di Vignole per pochi metri n.d.r.) e ha come sfondo la villa che vedete qua sopra, situata in via di mezzo; la protagonista è la sua ultima proprietaria “laica”, ovvero la signorina Serafina Nesti (1882 – 1967). Figlia di Serafino, un proprietario terriero locale, e di Elvira Belli (si dice fosse una bracciante a servizio di Serafino), la bambina non conobbe mai i suoi genitori perché la madre se ne andò 12 giorni dopo averla data alla luce a causa di una febbre puerperale, mentre il padre morì quando Elvira era incinta di tre mesi. La cosa curiosa, che potrebbe avallare la teoria della madre contadina, è che la bimba venne registrata allo Stato Civile con un cognome falso, cioè Nestori, e solo nel 1908 all’età di 26 anni, assunse il cognome paterno. Lo zio don Pietro, ultimo dei fratelli Nesti rimasto ancora in vita, la tenne a Firenze per gli studi e lì, in un clima religioso lontano da casa, coltivò la passione per la musica e la letteratura assieme alla Fede, che rimase una costante di tutta la sua esistenza. I primi anni della sua vita furono caratterizzati dalla solitudine, accresciuta dal fatto che lo zio Pietro morì quando aveva appena 9 anni; chi l’ha conosciuta crede che tutto questo abbia influito sulla sua indole riservata e sulla sua propensione verso gli altri, verso i più bisognosi, oltre a farle scegliere il nubilato. Uno dei pochi conforti era dato dalla sua precettrice Marianna, che non a caso oggi riposa nella cappella di famiglia a Vignole, dove è scolpito un epitaffio che la definisce “madre più che istitutrice”.

Di buone azioni Serafina ne ha fatte davvero tante grazie alla situazione economica agiata, ma è molto difficile scoprirle tutte, proprio perché non amava ostentarle: ad esempio si ha notizia di una donazione fatta alla scuola femminile di Vignole, quando ancora c’erano le classi separate, di 117 libri collocati in una piccola biblioteca realizzata a sue spese. D’altronde l’istruzione è sempre stata una costante nell’opera della signorina Nesti: sul finire degli anni ’20 edificò a proprie spese la prima scuola di Caserana su un terreno donato dalla famiglia Giusti, così che gli scolari non fossero più costretti a recarsi a Vignole. Va infatti considerato che a quei tempi gli spostamenti erano meno agevoli di oggi e la lontananza dalla scuola non favoriva certo l’istruzione. Poi, nel 1959, realizzò la prima struttura per bimbi in età prescolare di Caserana, che venne ricavata in spazi interni alla villa. A futura memoria fu posta una targa, tutt’ora visibile dalla strada, che recita: Perché i fanciulli del popolo di Vignole –  crescano educati alla Fede – alle virtù familiari ai sociali doveri – Serafina Nesti – in memoria dello zio – don Pietro Nesti – erigeva questo asilo e questa scuola – affidandone le cure – alle Suore Domenicane di Iolo. 10 – 4 – 1959. La struttura diventò poi statale a metà degli anni ’70 e le suore furono sostituite dalle maestre, fatta eccezione per suor Pierina Simone, che rimase fino alla chiusura nel 1992. Legata sempre alla Fede, si ha notizia di una donazione di terreno, al fine di contribuire alla realizzazione della chiesa del Sacro Cuore di Casini, aperta al culto nel 1957.

 

Ma sintetizzare la vita di Serafina Nesti citando solo la opere più eclatanti, è riduttivo. Per delineare meglio la sua figura di filantropa, bisogna parlare con la gente di Caserana, ed ognuno racconterà il suo personale ricordo: c’è chi rammenta quando faceva un piccolo omaggio alle famiglie che si “allargavano” con l’arrivo di un bimbo o alle spose che si apprestavano alle nozze; c’è chi ricorda l’albero di Natale fatto ogni anno in chiesa con i doni per i bimbi più poveri e per quelli che si erano distinti al catechismo; altri ancora ripensano alla sua villa tutta illuminata per la processione di San Pietro, quando il corteo entrava nei suoi giardini per poi proseguire in esterno. Il gran cuore l’ha caratterizzata oltre la fine dei suoi giorni: nel suo testamento ha lasciato in eredità alcuni dei suoi possedimenti terrieri ai vari braccianti che hanno lavorato per lei, così che si potessero costruire ciascuno la propria casa, mentre alle amate suore di Iolo, con cui ha condiviso gran parte della vita, ha lasciato tre poderi e la villa di via di mezzo, con la precisa indicazione che la struttura servisse per realizzare qualcosa in favore degli altri. L’immobile infatti, dopo la chiusura dell’asilo, è stato dato in gestione, prima alla curia di Pistoia, e dal 2006 alla fondazione Onlus “Opera Santa Rita”  (sempre a titolo gratuito), che  si occupa di adulti affetti da autismo e disturbo generalizzato della persona. Un’altra cosa bella da sottolineare, è che le suore di Iolo con la vendita dei terreni ereditati, hanno potuto finanziare missioni umanitarie in giro per il mondo, tra cui la costruzione di una scuola in India, continuando così idealmente il percorso iniziato da Serafina.

In conclusione, sarebbe bello se una persona così altruista venisse ricordata dal nostro Comune come merita, magari intitolandole una via, uno spazio verde, o magari si potrebbe approfittarne per costruire quella famosa piazzetta che gli abitanti di Caserana attendono da tempo, intitolandola: “Piazza Serafina Nesti”.

Foto sopra: alcuni bambini a villa Nesti durante una lezione gratuita di musica.

 

*Per le notizie storiche e le foto, si ringrazia Suor Paola delle suore di Iolo, Claudio Pacini, Rita Paolieri, Marino Delbino, Angela Gigni della Biblioteca Comunale di Quarrata e la signora di Caserana che ci ha segnalato questa storia, la quale però preferisce mantenere l’anonimato.

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