Sergio Mascagni

Sergio Mascagni

di David Colzi

dicembre 2009 

Professionalmente come nasce Sergio Mascagni?

Inizio come scenografo di teatro e non come musicista. Il lavoro che facevo mi costringeva a spostarmi spesso tra Milano e Roma, così decisi di cambiare vita per poter rimanere in una realtà più a misura di uomo come Quarrata. Comunque ho sempre suonato, facendo serate al “Tamburo e la luna” un locale famoso nella nostra città in cui si potevano anche incontrare musicisti famosi. Infatti una sera mi chiamò Corrado Gimignani, direttore artistico del locale, e mi chiese se potevo aprire il concerto di Roberto Vecchioni. Da lì è iniziata la mia passione per la musica cantautorale; erano gli anni ’70.

Quando ha capito che la musica poteva diventare un mestiere?

A 21 anni quando entrai nel gruppo Shampoo, andando in tounee per l’Italia e avendo la fortuna di conoscere i grandi nomi dello spettacolo e della musica di allora. Sempre in quell’anno conobbi il direttore della Vegastar Carlo Dabruzzo e l’anno successivo scrissi un pezzo per San Remo.  Così di collaborazione in collaborazione sono sempre rimasto nel mondo della musica. 

Però lei nasce come chitarrista…

Si, come chitarrista turnista. Poi nel tempo ho imparato anche a cantare; pensi che la chitarra l’ho imbracciata per la prima volta nel 1966, a otto anni, quando ancora abitavo a Siena. Infatti mi sono trasferito qua da voi nel 1968.

Ha conosciuto qualche big della musica?

Nel 1982 collaborai con un giovane musicista il cui nome d’arte era Zucchero. Per collaborazione intendo mettersi insieme a lui, aiutandolo ad arrangiare il pezzo, la linea melodica ecc..

So che non ha mai abbandonato la musica live…

Vero. Per tutta la mia vita professionale non ho mai perso il contatto diretto col pubblico. Ho fatto tournee suonando ovunque, dalle Dolomiti all’Isola D’Elba. Mi esibisco ancora”chitarra e voce”.

Com’è il suo lavoro fuori dal palco?

Mi occupo di pre-produzione, cioè per dirla in termini chiari, sono una sorta di preparatore atletico-musicale. Ho la fortuna di vivere la musica dall’interno, stringendo poi amicizie con alcuni protagonisti anche del mondo dello spettacolo come il mio caro amico Antonello Fassari. 

Insomma la gente si fida del suo intuito…

E’ vero. Capita che professionisti del settore musicale mi chiamino per farmi sentire un gruppo ed avere la mia opinione; così nel 2004 ascoltati una band che poi ha spopolato tra i giovani, i Finley.

E adesso con chi collabora?

Con Giancarlo Bigazzi, Marco Falagiani e la loro etichetta La Ciliegia che ha prodotto l’album “Pensa” di Fabrizio Moro. Fui io a proporgli nel 2007 di portare Fabrizio a Quarrata per farlo stare in un luogo tranquillo mentre scriveva le canzoni… Certo poi la notizia è trapelata ed è “saltata la copertura”. Adesso sta uscendo con un nuovo album dal titolo “Barabba”. Mi fa piacere che mi abbia citato nei ringraziamenti.

Pezzi suoi?

Sì, ci sono canzoni interamente scritte e cantate da me; certo a 50 anni non mi interessa fare un cd, mi piacerebbe più sentirle cantare ad altri. Colgo l’occasione per ricordare che collaboro anche con Lara Tempestini, (intervista nel numero di giugno 2009) una musicista ed autrice di testi molto preparata.

E il progetto scuola di musica?

Era il 2007 quando insieme a Bigazzi e Falagiani abbiamo presentato l’idea al nostro comune. Volevamo fare una sorta di scuola musicale come ha fatto Mogol in Umbria; ci sarebbe piaciuto farla alla Magia. Un centro di perfezionamento musicale con corsi tenuti dai vari professionisti del settore anche di Quarrata. Speriamo che prima o poi si possa realizzare, anche perché persone come Bigazzi sono conosciute anche al di fuori dell’Italia, quindi potrebbe venir fuori un bel centro culturale.

 
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