di Marco Bagnoli
giugno 2019
Questo articolo è tutto colorato. Per forza perché parliamo di un pittore. Simone Tramonti, classe ’71, nato a Prato ma quarratino ormai dall’età di otto-nove anni, residente a Caserana. Lavora come grafico pubblicitario per la tipografia Ar.Co Graf di Valenzatico da circa diciassette anni – stampano tutto lo stampabile e in più sono specializzati nella decorazione di furgoni e auto, specie da rally.
Ma Simone dicevamo è un pittore – dipinge da quando ha l’età per farlo, fin da piccolino, si metteva lì coi colori al posto delle macchinine. Ha anche un fratello e una sorella, eppure è il solo che si sia incamminato per la nobile via dell’arte; un bis-cugino, Federico Gori, fa il pittore.
Simone si è diplomato nel ’91 al Liceo artistico di Pistoia. I temi a lui cari sono sostanzialmente la figura femminile nel suo insieme o colta in stretti particolari, come possono esserlo una spalla o un tre quarti del viso – magari prendendo spunto anche dal giornale. I paesaggi invece è inutile glieli chiediate, perché proprio non gli piacciono. Usa tempera acrilica a base d’acqua, non ha ancora sperimentato il colore a olio, mentre ha iniziato a divertirsi con gli acquerelli. È anche un disegnatore di fumetti, da buon collezionista quale è – Bonelli, Marvel DC Comics…
Simone è un pittore particolare, altrimenti mica ci saremmo presi il disturbo. Nonostante utilizzi anche il canonico supporto della tela, si è specializzato nell’uso dell’aerografo. L’aerografo è in definitiva una penna collegata a un piccolo compressore che spruzza aria e colore – rigorosamente acrilico. Simone lo utilizza a fianco del pennello, ottenendo degli effetti non realizzabili con la sola setola. Dipinge anche su supporti insoliti, come i caschi sportivi o su parete. All’aerografo ci si è avvicinato quasi per caso, su suggerimento di un amico, iniziando quindi a realizzare piccole cose per gli amici, per poi trasferire questa sua perizia anche sul lavoro. Simone ha esposto poco, ma bene – per esempio a Lamporecchio, dove un paio d’anni fa ha vinto il suo primo concorso, grazie anche, bisogna dirlo, all’insistenza della sua ragazza, Francesca Fedi, orafa e già nostra conoscenza. Poi a Massarosa, verso Viareggio, sono ormai due anni che partecipa ad una esposizione molto particolare, quella che lega un fotografo, nel nostro caso il quarratino Massimiliano Lugli, che con una sua foto fornisce lo spunto obbligato alla personale rielaborazione e interpretazione del pittore. Simone aspetta giusto la foto di quest’anno. Sono inoltre tre anni che dipinge gli stendardi in premio per il torneo dei rioni di Quarrata, una sorta di Palio per noi di Qua. Le foto che illustrano questo articolo sono quindi degli inediti, o quasi – chissà mai che non siate amici del nostro Simone; nel qual caso è possibile che ne abbiate ricevuto qualcuno in regalo. Oppure no, dal momento che Simone è particolarmente attaccato ai suoi lavori, e piuttosto che separarsene se ne riempie casa.
Ha un figlio, Devid, che compie undici anni il 24 giugno; vede il babbo all’opera e si mette a disegnare, chissà che non intraprenda anche lui la via dell’arte; per ora è uno skater in erba, in attesa di una decorazione ad hoc da parte del babbo… Tutto sembra filare nel migliore dei modi, debiti scongiuri a parte. Certo sarebbe bello poter vivere d’arte, che poi è quello che sperano tutti i neo diplomati alla scuola d’arte, ma forse è l’attitudine che fa l’artista, giusto? E il lavoro da grafico pubblicitario passa comunque dalla mano che disegna, prima di essere poi processato dal computer e stampato, magari come un adesivo per una gara automobilistica.
Non resta che fare i complimenti a Simone, così lui, tutto contento, si imbarazza.