Valentino Persello – la storia del Mastro Muratore di Buriano

Valentino Persello – la storia del Mastro Muratore di Buriano

di Marco Bagnoli

dicembre 2024

Si chiamava Valentino Persello, e per tanti di queste parti era semplicemente il muratore della chiesa di Buriano. Ma in realtà è stato molto di più. Era nato in Friuli, a Maiano, Udine, il 6 ottobre del 1931. Era ragazzo durante la guerra, sotto le bombe, avanti e indietro sfollato coi suoi. Poi riparò in Francia. A diciannove anni aveva già un mestiere tra le mani, il muratore. E allora, per racimolare dei soldi buoni, iniziò a fare lo stagionale in Svizzera, a Berna, sei mesi l’anno, secondo le leggi degli uomini e quelle del freddo tremendo. Infatti Valentino, che lavorava per una grossa azienda privata, era nella squadra che guadagnava di più, ma anche la più rischiosa: quella dei minatori. Bisognava infilarsi nei cunicoli della roccia, anche su ad alta quota, respirare la polvere e piazzare le cariche per farle brillare. Quando tornò in Italia seguitò a lavorare da dipendente, si tirava avanti, lui e la famiglia. Ma Valentino una famiglia sua ancora non l’aveva. E allora, un po’ come il re che sogna sempre di essere un contadino è un po’ come un contadino che sogna sempre di essere un re, anche lui trovò il modo di farsi un focolare nel corso dei suoi sei mesi l’anno, da elvetico. Aveva circa diciannove anni quando a Berna conobbe Maria Gianna Spagnol. Più che altro sulle prime la fissava un po’ troppo, ma chi se lo aspettava di trovare questa bella ragazza alla festa degli italiani che si tiene presso la chiesa? Uscivano, e camminavano su marciapiedi diversi, e lei giustamente si domandava chi diamine fosse questo qui che sembrava proprio volerla seguire ad ogni costo. Ma lei mica lo conosceva, era una ragazza seria. Veniva su dal Piave, da cinque anni interi ormai, lavorava in una casa di signori, che la trattavano bene come fosse una nipote loro. Parlavano l’italiano, ma preferivano che lei imparasse invece il francese, e usare solo quello.

A un certo momento è giorno di festa nella loro ricca casa di banchieri, e le chiedono di far salire quel giovanotto che continua a guardare in su alla loro finestra, affinché possa partecipare alla festa, servendo a tavola. E Maria obbedisce. Ma a lei questo giovanottello di due anni meno proprio non le va. A Valentino invece lei piace, eccome. Passa del tempo, e arriva il momento giusto perché lei scriva al parroco di Maiano per chiedere informazioni sul conto di lui. Il buon parroco interpella la madre di Valentino, e può così rassicurare Maria che non ha moglie né figli, può stare tranquilla.

Tramite contatti di familiari, la coppia scende in una città della Toscana che pare fatta apposta per cavalcare l’onda del Boom economico e prosperare: Prato. Nel 1958 a Prato i due si sposano e trascorrono gli ultimi anni dell’andirivieni di lui su e giù dalla Svizzera, fino al 1965, quando Valentino dice basta. Anche perché fa la conoscenza del primogenito, Raffaele, sei mesi dopo la sua nascita, e il piccolo si domanda chi mai sia questo signore che parla tanto con la mamma. È il momento di investire i soldi duramente sudati, e di trasferirsi a Lucciano, dove il muratore si reinventa contadino, con terra olio e vino. Un bel giorno, tra il 1967 e il ‘70, l’enfisema polmonare, dono della polvere di galleria, delle sigarette e dei sigari, bussa alla sua porta e si trattiene un bel po’. Poi si sente meglio, ma fuma ancora.

Un buon tonico allora è rappresentato dall’incontro con don Henny Innocenti. Buono fino a un certo punto, perché i due si trascinano in uno sconvolgente rinnovamento degli spazi che circondano la chiesa di Buriano: don Henny proponeva e consultava Valentino, il quale offriva liberamente il suo ingegno, e tirava su di peso le pietre, aiutato appena da qualche sporadico volenteroso. Insomma, tra il 1969 e i primi anni Settanta, a Buriano resta quello che c’è, e non è poco. La famiglia arriva a contare il terzo figlio, Gianni, che segue Paolo il mezzano. E nel gennaio del 1980 arriva anche l’infarto. Con l’infarto si smette di fumare, e si comincia a pesare qualcosa di ben più solido delle pietre e dei mattoni: si pesa la vita. Valentino si scopre pittore, e avido lettore, anche di religione. Dipinge temi sacri, Buriano, un autoritratto, il cielo notturno attraversato da una stella cadente. E la testa si schiarisce, come illuminata, si ammorbidisce il carattere. Gli ultimi anni saranno quelli del Parkinson, che attanaglia il corpo, e a tratti anche la mente. Ma la sua famiglia intera è li per lui, insieme a lui, fino alla fine, il 28 ottobre del 2017, a 86 anni.

Quello che lascia non lo smuove nemmeno le mine. La targa davanti alla chiesa di Buriano dice: “In memoria di chi, con fede, spirito di sacrificio e maestria, ha ideato e realizzato il Complesso Monumentale di Buriano. Don Henny Pietro Innocenti – Ideatore / Valentino Persello – Mastro Muratore”.

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