di Marco Bagnoli
settembre 2013
Lo scorso 23 giugno Villa la Màgia è stata inserita nella lista dei beni patrimonio dell’umanità. L’importante riconoscimento ha coinvolto quattordici delle storiche dimore di casa Medici qua in Toscana, e rappresenta la quarantanovesima presenza italiana nella lista dei siti dell’UNESCO. L’UNESCO – United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization – è l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, fondata nel 1945 per incoraggiare la collaborazione tra le nazioni nelle aree dell’istruzione, scienza, cultura e comunicazione. I progetti sponsorizzati dall’UNESCO comprendono programmi scientifici internazionali; programmi di alfabetizzazione, tecnici e di formazione degli insegnanti; progetti regionali e di storia culturale; cooperazioni internazionali per conservare il patrimonio culturale e naturale del pianeta e per preservare i diritti umani. Attualmente è l’Italia la nazione che detiene il maggior numero di siti, 49 su un totale mondiale di 981, seguita dalla Cina, con 45, e dalla Spagna, con 44. La famiglia Medici aveva già contribuito al nostro quarto inserimento, nel lontano e mitico 1982, con il centro storico di Firenze. Ma come si fa a diventare patrimonio dell’umanità di “eccezionale valore universale”? L’idoneità viene decretata da un apposito organismo, il Comitato per il Patrimonio dell’Umanità, che valuta l’ottemperanza ad almeno uno dei dieci criteri attualmente previsti; nel caso della Màgia sono stati riconosciuti i criteri II, IV e VI ossia “testimoniare un cambiamento culturale considerevole in un dato periodo, sia in campo archeologico, sia architettonico, sia della tecnologia, artistico o paesaggistico”; “offrire un esempio eminente di un tipo di costruzione architettonica, o del paesaggio, o tecnologico illustrante uno dei periodi della storia umana”; “essere direttamente associato a avvenimenti legati a idee, credenze o opere artistiche e letterarie aventi un significato universale eccezionale”.
Bisogna infatti sapere che sono almeno diciassette le tenute considerate principali secondo un profilo storico-artistico, alle quali vanno aggiunte altre secondarie, di interesse per lo più agricolo, oppure possedute dai Medici per pochissimo tempo, per un totale di circa trenta ville vere e proprie. Molto più numerose furono poi le fattorie medicee e gli innumerevoli casini di caccia sparsi in tutta la Toscana. La Màgia entra a far parte del patrimonio dei signori di Firenze nel 1583, quando il granduca Francesco I l’acquista dai pistoiesi Panciatichi, dal 1335 proprietari del terreno su cui sorgerà l’originario nucleo della casa-torre. La villa si inserisce quindi nel circuito delle dimore ricreative della famiglia, in appoggio al vicino Barco reale mediceo, l’areale privato adibito alle attività venatorie la quale verosimilmente passa per le mani del Buontalenti, l’architetto del granduca. Nel 1645 la Màgia passa agli Attavanti di Castelfiorentino, che ne fanno la propria dimora signorile fino al 1766, quando diviene proprietà degli Amati, ai quali spetta la realizzazione del giardino romantico adiacente all’ala di levante della villa e l’ingresso al giardino. Nel 1853 Giovanni Tommaso, ultimo discendente degli Amati, nomina suo erede Giulio di Luigi Cellesi, con l’obbligo di assumere il doppio cognome, e saranno proprio gli Amati Cellesi a divenire i preziosi custodi della villa e delle sue pertinenze: la famiglia se ne occupa sino al 2002, consentendo nel frattempo la nascita tutt’intorno dell’abitato di Quarrata, sorto proprio su quei terreni accessori via via ceduti all’edificazione pubblica e privata. Quando nel 2000 il Comune acquista la tenuta, diviene a sua volta depositario di un autentico forziere storico e artistico, preservato a tal punto da poter irradiare la propria testimonianza sull’Umanità intera. Oggi La Màgia rappresenta il miglior biglietto da visita della città di Quarrata e dell’intero comprensorio del Montalbano, soggetto privilegiato delle attenzioni dell’assessorato alla cultura e dell’associazione privata Tagete, che da più di vent’anni coinvolge la passione di studiosi del settore e di semplici cittadini, per la diffusione del patrimonio storico e culturale del territorio, occupandosi delle visite guidate per conto del Comune. La Màgia è la storia, un tuffo nel passato, ma è anche la cornice meravigliosa per installazioni di arte moderna, per il cinema e per la musica. E’ possibile prenotare una visita guidata a villa, giardino e collezione d’arte contemporanea ogni terza domenica del mese.
Per la realizzazione di questo articolo si ringrazia Chetti Barni, presidente di Tagete.