di Serena Michelozzi
settembre 2015
Il Karate nel passato era studiato e praticato solo da uomini, ma col passare dei secoli anche le donne vi si sono avvicinate, fino a diventare delle vere e proprie campionesse nei vari livelli e forme della disciplina. La nostra si chiama Virginia Barontini, si allena alla scuola Dojo Ryu (sita in Via Brunelleschi a Quarrata e la cui attività è in corso sin dal 1998) ed a soli 20 anni, vanta un curriculum agonistico di tutto rispetto.
Com’è nata la tua passione?«Ho iniziato a 16 anni, più per curiosità che per altro: mi capitava di vedere ogni tanto qualche gara od evento sportivo in televisione, così che io e una mia amica abbiamo iniziato a praticare le prime mosse del Karate, buttandoci insieme in questa nuova esperienza. E per me, giorno dopo giorno, da semplice disciplina da praticare è diventata qualcosa di molto di più». Grazie a continui e duri allenamenti sotto la guida del suo maestro Lorenzo Martuscelli, Virginia ha ottenuto fino ad adesso nella sua carriera sportiva, risultati molto importanti. «Nel 2011 ho partecipato alla mia prima gara, dove sono arrivata terza nel Kata e seconda nel Kumite. Nel 2012 sono arrivata prima classificata al campionato italiano di forma, campionato molto importante al quale hanno partecipato tutti gli allievi della scuola ottenendo degli ottimi risultati. Allo sport-day di Rimini, sempre nel 2012, mi sono qualificata prima nel Kata , mentre nel 2013 allo Shurokai Tournament, seconda nel kata e prima nel kumite. Quest’anno sono arrivata prima nel kumite alla coppa Italia a Pontedera».
Ma cosa sono il kata e il kumite? «Kata significa letteralmente “forma”: infatti il kata è un succedersi di tecniche di parata e attacco prestabilite contro più avversari immaginari e forme. Nell’esecuzione dell’esercizio, riveste grande importanza proprio la qualità formale delle singole tecniche, delle posizioni e degli spostamenti. è molto più difficile ottenere dei risultati alti nel kata, perché si deve riuscire a trasmettere ai giudici che si ha qualcosa in più rispetto agli altri, come la determinazione, la precisione dei movimenti e la tattica del combattimento.” Insomma studiare il Kata è studiare il Karate nella sua completezza, senza quelle limitazioni poste dal Karate agonistico. «“Il Kumite”» continua Virginia «consiste invece nel combattimento contro l’avversario, sia nel confronto reale in gara che in palestra. Personalmente preferisco il kumite perché mi permette di mettermi alla prova con l’avversario, e di mettere in pratica tutti gli insegnamenti e le tecniche imparate durante gli allenamenti». La presenza femminile si è inserita a piccoli passi nel Karate , ma ancora oggi purtroppo questa disciplina tendenzialmente nell’opinione comune è vista più come qualcosa di maschile. Ciò ti ha mai “imbarazzato” o fatto cambiare idea sulla tua passione? «Assolutamente no, anzi per me ciò è sempre stato un motivo di grande soddisfazione e praticare Karate mi ha anche rafforzato molto a livello caratteriale. Sono cresciuta molto grazie a questo sport e anche tutt’ora è di grande aiuto per la mia crescita personale. Inoltre nel Karate, rispetto agli uomini, le donne imparano molto prima la tecnica, poiché gli uomini nel combattimento pensano prevalentemente ad usare forza ed energia».
Come affermato dal maestro Shigeru Egami, il Karate non è solo un insegnamento di tecnica sportiva, ma anche un insegnamento di disciplina, se non addirittura di vita… «Esatto» mi conferma Virginia «il Karate nella sua essenza è una vera e propria filosofia di vita, perché ti permettere di conoscere te stesso, quelle che sono le tue possibilità, le tue potenzialità, e soprattutto le tue debolezze, aiutandoti conseguentemente a capire come eliminarle e a trasformarle in forza. Ho acquisito molta più sicurezza in me stessa grazie al Karate e tutt’ora mi sta insegnando ad affrontare molte situazioni della mia vita». Il karate può insomma essere considerato come una lotta con se stessi, o come una maratona lunga tutta la vita che può essere vinta solo attraverso l’autodisciplina, il duro allenamento e i propri sforzi creativi, e appunto per questo molti ragazzi fin da piccoli, sono curiosi di avvicinarsi a questo tipo di sport. «Il karate» conclude Virginia «aiuta tanto ad acquisire stima, fiducia in se stessi e nelle proprie capacità. E’ una disciplina a portata di ognuno di noi, in cui ci vogliono però tanta costanza ed impegno. Proprio per questo lo consiglio a tutti!» E se ve lo assicura la nostra campionessa di Karate, la cui passione, dedizione ed impegno per questo tipo di sport sono inimmaginabili, non potete altro che fidarvi e provare a lanciarvi in questa elettrizzante disciplina.