di Marco Bagnoli
marzo 2018
Vitaliano Franco Manetti nasce il 14 settembre del 1941 a Vicenza, da madre vicentina e padre quarratino. Alla fine della guerra la famiglia si trasferisce a Milano, ma già all’età di cinque anni Vitaliano frequenta assiduamente la casa dei nonni a Quarrata; nel corso degli anni la città del mobile diverrà per lui così familiare al punto da trovarvi moglie, la quarratina Diana Scuffi. Vitaliano nel frattempo è diventato ragioniere e adesso lavora in banca; al momento di dover affrontare il trasferimento da Milano alla sede di Firenze troverà del tutto naturale traslocare a Quarrata, per la precisione a Casini, presso la casa dei suoceri.
Da allora, siamo nel 1977, Vitaliano si reputa un quarratino a tutti gli effetti. Questa nuova “cittadinanza” se l’è guadagnata sul campo studiando a fondo la storia dei luoghi e in particolare la storia del paesaggio. Vitaliano è infatti un uomo dai molteplici interessi – lo è sempre stato, da quando il nonno lo portava sul fiume a studiare le correnti. Ne capisce di economia e finanza, e non potrebbe essere altrimenti, vista la sua esperienza quale direttore di filiale. Si interessa della crisi economica all’indomani dell’avvento dell’Euro. Ma non ci dobbiamo stupire scoprendo che si appassiona anche di idrogeologia e meteorologia comparata, materie queste che lo hanno reso il soggetto ideale per affrontare una questione annosa del nostro territorio, quella delle ricorrenti e calamitose esondazioni delle acque. Nel fare questo, non esiterà a spendersi in prima persona come portatore di istanze collettive, ritenendo l’impegno nel territorio una delle attività irrinunciabili della sua quotidianità.
Un uomo dai molteplici interessi sente spesso impellente il bisogno di condividerli, di trasmetterli agli altri – in particolare alle giovani generazioni, sempre più spesso colte in fallo nelle nozioni più elementari, ancor di più se riguardanti le vicende di casa nostra. È per questo che Vitaliano, magistralmente consigliato da un suo vecchio amore, la lettura, inizia a scrivere. Scrive per il piacere di scrivere, assecondando i tempi lunghi di un impegno che non reclama scadenze impellenti. Ancor di più dopo il suo pensionamento, Vitaliano inizia nel 1988 il suo primo romanzo, “Il viaggio di Kebor”, la storia di due ragazzi toscani di epoca preistorica, che si snoda idealmente lungo l’antico corso dell’Arno. L’eclettismo delle ambientazioni è una delle sue caratteristiche, e ambienta il secondo romanzo nel futuro, per quanto prossimo, del 2020, teatro di una guerra civile che spacca la penisola tra centralisti e federalisti e sarà un ragazzo a decidere le sorti del conflitto – è “Il ragazzo che decise la guerra”. “Un amore grande grande” racconta le vicende di una coppia nel dopoguerra, mentre “Due aquile e mille colombe” ci porta addirittura nel vecchio west, alle prese coi diritti dei nativi americani. Verrà pubblicato a marzo “Roger Dumont – alias Tao Ping”, dove facciamo la conoscenza dei monaci guerrieri shao-lin, nella Cina del XVIII secolo.
Tutti i suoi lavori sono costruiti come delle storie d’amore e d’avventura e, a parte il secondo titolo, sono tutti pensati per poter incontrare al meglio l’attenzione dei ragazzi. Per il momento c’è una buona risposta da parte del pubblico femminile. La documentazione è un momento essenziale per la stesura del testo, talvolta lunga ed estenuante, come certe operazioni di pubblicazione che dal 2015 sono affidate ad una vera casa editrice, mentre prima Vitaliano si è limitava a stampare qualche copia giusto per gli amici. I suoi libri sono disponibili presso le biblioteche comunali di Pistoia, Quarrata, Agliana, Montale e Carmignano.