Wood House (dove il rock è di casa)

Wood House (dove il rock è di casa)

di Marco Bagnoli

dicembre 2012

Lo scorso 7 settembre 2012, tra gli appuntamenti del Settembre Quarratino, si è svolto il MUSIC UP, contest musicale per giovani band emergenti del territorio, organizzato dallo Spazio Giovani “Al Kalè” dell’Associazione di Volontariato “Pozzo di Giacobbe”, gestito in collaborazione con la Cooperativa Sociale “Gemma”, ormai arrivato alla 5° edizione. In gara sei band: Wood House, Dogma, Cavallette in inglese, Eleim, Sbonce e Confini Acustici, che hanno animato una piazza gremita di gente di tutte le età. Come per le precedenti edizioni, abbiamo avuto tre giurie. A comporre la Giuria Tecnica sono stati: Massimo Sermi, Maurizio Mangoni, Gabriele Bellini, Paola Pellegrini, Arianna Baldi e Lara Tempestini. Al loro giudizio si è aggiunto il consueto voto della Giuria Popolare. Ma la novità di questo anno è stata la Giuria dello Spazio Giovani “Al Kalè”, composta dai ragazzi che in questi anni hanno partecipato al “Circolo della Musica”, un percorso iniziato circa due anni e mezzo fa, per creare momenti di condivisione e partecipazione in ambito musicale. Membri di questa giuria sono stati i Planters Punch, vincitori della scorsa edizione e gruppo ospite di questa serata, i The Mowen, Francesca Bracali, Leonardo Gandini e Matteo Andreotti dei St. James’ Park. I vincitori dell’edizione 2012 del MUSIC UP sono stati i Wood House, che oltre all’intervista su “Noi di Qua”, potranno registrare una demo all’Art Studio 53 di Sesto Fiorentino. (di Spazio Giovani “Al Kalè”)

Anche quest’anno il consueto appuntamento col Music up ha decretato i suoi vincitori: hanno vinto i Wood House, una rock band che tiene insieme le generazioni, gli uomini con le donne, gli amici e la famiglia; andiamo a conoscerli insieme. Erica, è il front-man del gruppo, ma sarebbe forse più opportuno dire la front-girl, dal momento che ha solo diciotto anni; canta e suona un po’ di chitarra, sulla quale ha composto le sue prime canzoni. L’altra ragazza della band è Anna Giulia, che tanto gentile e tanto onesta pare e invece bastona i tamburi della sua batteria – lodevole attività, per quanto in genere poco praticata dall’universo femminile. Il chitarrista senior, è Daniele, talmente preso dalla musica da portarsi il lavoro anche a casa – e infatti è il babbo di Erica. Emiliano suona il basso, ed è l’unico elemento che non sia di Quarrata, ma di Casalguidi. Infine, ma non per questo meno importante, c’è Leonardo, anche lui chitarrista, che invece sembra proprio il tipico batterista. La prima sensazione che si ha in loro presenza, è quella di cinque persone serenamente equilibrate e legate da una vera amicizia, ma si sa, quello dello spettacolo è un mondo di totale apparenza.

A parte gli scherzi, è stata proprio questa sintonia positiva ad aver convinto le tre giurie del concorso, un’energia pulita e sociocompatibile che rende la consueta irruenza del Rock’n’roll una cosa adatta per tutta la famiglia – è proprio il caso di dire – come la grande famiglia dei quarratini che gli ha ascoltati da sotto il palco. La prima formazione, con un altro batterista, vedeva Daniele nel duplice ruolo di chitarrista cantante; ma l’aria che tira è di lasciare spazio ai giovani, così dal 2011 troviamo i nostri cinque riuniti nella stanzina di Leonardo, a Bottegone, la “casina di legno” che da il nome al gruppo. Dopo quella prima serata, che ha costretto questo piccolo aggregato umano ad autodeterminarsi scegliendosi un nome, i Wood House hanno collezionato una decina di serate – non male per un circuito locale ed un sistema di reclutamento dei gruppi ulteriormente soffocato dalla mala bestia della Crisi. I membri artisticamente più maturi della band, ricordano ancora i tempi nei quali la filiera della “industria” musicale era indistintamente percorsa dal divertimento e dal piacere di divertire, divertendosi, quando una band doveva solo suonare, e non riempire i locali. Ma questo è un altro discorso.

La collaborazione coi ragazzi del Pozzo di Giacobbe si inserisce esattamente in questa direzione, nel creare cioè le possibilità per i ragazzi della zona di potersi esibire davanti ad un pubblico, indipendentemente dalla preparazione o dall’età e comunque non è il caso dei Wood House. In ogni caso, il loro è un futuro di ulteriori promesse, di immancabili miglioramenti, di nuove canzoni, scritte da loro, per tutti quelli che vorranno ascoltare.

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