Appunti di redazione

Appunti di redazione

di Giacomo Bini

marzo 2014

Il 2013 è stato l’anno della raccolta differenziata porta a porta estesa a tutti e tre i comuni di Montale, Agliana e Quarrata. Le tre comunità proprietarie del Cis ora si distinguono per il porta a porta, un servizio che ancora manca in molte zone della Toscana, compreso il capoluogo di regione Firenze. Ad Agliana, che ha iniziato per prima, e poi a Montale la raccolta differenziata ha già raggiunto il 70% del totale dei rifiuti e certamente anche a Quarrata si raggiungerà rapidamente questa percentuale. Il servizio sarà certamente da migliorare, per esempio ci sono lamentele per i sacchi azzurri che volano in strada quando soffia forte il vento, ma nella sostanza il sistema funziona. I cittadini fanno la loro parte e collaborano generalmente con disciplina e senso civico. Per chi sgarra e abbandona i rifiuti in modo abusivo e incontrollato c’è l’azione di controllo della Polizia Municipale (a Montale sono già cento i responsabili di abbandoni abusivi di rifiuti individuati e sanzionati).  Non c’è ormai una sola forza politica che non approvi il porta a porta e non lo consideri un passo avanti verso la tutela dell’ambiente. Negli ultimi giorni c’è anche una notizia positiva riguardante le tariffe sui rifiuti: dal piano finanziario del Cis, sembra che nel 2014 si possa interrompere la catena di aumenti esponenziali degli ultimi anni.

Il cittadino che si adopera per fare la raccolta differenziata si attende legittimamente di essere premiato e forse, se non un premio, almeno una piccolissima riduzione della tassa, questa volta sarà. Anche se, nel complesso, le tariffe rimangono alte. I commercianti, specialmente in certe categorie, ricevono vere e proprie stangate in cambio del loro impegno a smaltire correttamente i rifiuti. Le aziende pagano spesso due volte, perché spendono per lo smaltimento effettuato in proprio dei rifiuti speciali e poi devono pagare anche per lo smaltimento dei rifiuti urbani, che producono in minima parte. Da anni ci sono aziende che si oppongono a questa anomalia con i ricorsi e da anni le associazioni di categoria chiedono invano la revisione dei regolamenti comunali sulle tasse dei rifiuti. Nel decreto Salva-Roma si afferma finalmente il principio che le aziende siano esentate del tutto dal pagamento per i rifiuti che smaltiscono in proprio. Ma questo provvedimento, pur giusto, rischia di aggravare il carico sugli altri utenti, cioè sulle famiglie. In ultima analisi sembra ancora lontano il momento in cui sarà premiato chi differenzia di più e ognuno pagherà esattamente per la quantità dei rifiuti indifferenziati prodotti. Infine rimane la questione dell’inceneritore di Montale.

Intanto c’è da chiedersi perché si sia previsto nel piano interprovinciale dei rifiuti di ampliarlo da 150 a 220 tonnellate al giorno visto che la quantità dei rifiuti prodotti sta diminuendo, sia per merito della diffusione della raccolta differenziata, sia a causa della crisi economica. Le ultime notizie dicono che l’Ato, nel suo piano industriale, ha rinunciato all’ampliamento, proprio perché i rifiuti da bruciare sono in calo. Dunque la previsione del Piano Interprovinciale è risultata sbagliata e sarebbe il caso di rifare tutti i conti sulla base dei dati aggiornati. I nuovi dati sul porta a porta hanno indotto ormai tutti i candidati a sindaco a indicare come prospettiva raggiungibile «la dismissione e la riconversione» dell’impianto di Montale. Le differenze sono solo sui tempi e sui modi con cui raggiungere l’obbiettivo. Intanto si attendono i dati sull’indagine epidemiologica avviata nelle zone di Montale e ad Agliana e anche l’avvio di un’altra indagine sulle ceneri residue dell’incenerimento che si trovano sotto la superficie del suolo intorno all’impianto.

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