Il mio amico Aldo Innocenti

Il mio amico Aldo Innocenti

di Carlo Rossetti

marzo 2011

Anche Aldo ci ha lasciati. Purtroppo in ogni numero della nostra rivista dobbiamo commemorare un amico che non c’è più. Io che l’ho conosciuto bene per avere frequentato la sua bottega di falegname per tanti anni, posso dire che era una persona schietta, sincera, generosa. Grandissimo lavoratore, espressione di quell’artigianato che fece grande Quarrata, ha lavorato fino agli ultimi anni della sua vita nella propria fabbrica a fianco di maestranze giovani, alle quali trasmetteva i segreti della propria esperienza, sempre con grande entusiasmo e dedizione. Erano il lavoro e la famiglia – diceva – i valori e i cardini sui quali fondava la propria esistenza. E così era.

Nonostante l’età, conservava uno animo giovanile difficilmente riscontrabile in un ultr’ottantenne. L’ambiente di lavoro, nonostante si trattasse di un grande laboratorio, conservava quello spirito e quelle caratteristiche propri delle botteghe artigiane di una volta, dove oltre al lavoro c’era spazio per lo scherzo, per la battuta, per la conversazione. E tanti sono gli scherzi nei quali veniva coinvolto, ma non tanto perché fosse un tipo da schernire, anzi tutt’altro. Semplicemente perché gli piaceva far parte del gioco. Tutti gli anni, dal 2000 al 2008, per il suo compleanno gli abbiamo fatto la festa all’interno del suo laboratorio, fra bottiglie di spumante, torta e grandi cartelli inneggianti alla sua longevità. Ora da queste pagine, insieme a questo breve ricordo, gli rivolgiamo un pensiero affettuoso.

 

 

 

Sopra, una delle tante vignette fatte per Aldo che puntualmente appendeva in laboratorio, a testimonianza della sua propensione allo scherzo.

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