Storia di Ferruccia

Storia di Ferruccia

di Marco Bagnoli

giugno 2009 

Le tracce più antiche del toponimo della Ferruccia risalgono all’epoca medievale, nel corso del IV secolo. Come da consuetudine le più attendibili e circostanziate testimonianze ci pervengono per mezzo di documenti e registrazioni aventi ad oggetto questioni economiche e giuridiche. Troviamo quindi il nome di Ferruccia nell’atto di vendita del 18 ottobre 1336 relativo ad un podere situato nel territorio di Agliana, in loco dicto al Sancto di Mona Ferruccia, vale a dire una chiesa o una cappella, situata però sul lato dell’Ombrone attualmente di pertinenza del Comune di Agliana. La struttura portante della vita sociale era all’epoca rappresentata dalla Chiesa, sia nella sua funzione liturgica che in quella più prettamente politica; il Vescovo Andrea Franchi di Pistoia si recò appunto in loco, in questa duplice veste, nel corso della sua visita pastorale del 1383. Il Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana del 1846, dello storico fiorentino Emanuele Repetti, riporta inoltre che: “due carte dell’Archivio vescovile di” Pistoia “del 7 dicembre 1385, e del 15 gennaio 1396 dichiarano compresa nella contrada di Vignole la chiesa de’ SS. Jacopo e Filippo posto in luogo chiamato al Santo di Monna Ferruccia”.Resta a questo punto da disvelare il mistero che adombra questa signora. È sempre il Repetti che ci avanza lumi: “ebbe origine cotesto nomignolo di Ferruccia da una donna pistojese chiamata Monna Ferruccia, la quale con il suo testamento dei 7 dicembre 1385, fatto nel territorio d’Agliana, ordinò di essere seppellita nella sua chiesa de’ Ss. Iacopo e Filippo, chiamata lo Santo di Monna Ferruccia, nel territorio di Vignole contado pistojese”. 

Va segnalata infine, la presenza nella frazione del Museo d’Arte Sacra della Ferruccia, nato dalla collaborazione tra la Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Firenze, Prato e Pistoia, la Curia di Pistoia, il Comune di Quarrata e il Comune di Agliana.

Ferruccia: una frazione divisa fra due Comuni

di Giancarlo Zampini. Foto: Adriano Tesi.

Ogni paese ha le sue caratteristiche: si porta in dote millenni di storia, vanta i natali di qualche famoso personaggio, si distingue dagli altri per alcune produzioni agricole, artigianali o industriali. Personalmente ho preso residenza a Quarrata nel 1971; da quel giorno ho conosciuto il nostro comune meglio tutti i paesi, come le frazioni confinanti la mia abitazione.

Ebbene. di Ferruccia mi sono rimaste impresse più cose, alcune portate alla mia attenzione dai miei amici di Vignole: il terreno è sempre stato favorevole alla coltivazione di cocomeri, i tralci delle piante della vite venivano lasciati più lunghi del normale e legati alle canne con la punta rivolta molto in basso, ed il torrente Ombrone, che divide il paese tra Quarrata e Agliana, ha sempre una discreta portata di acqua, visibile anche quando a monte non i vede una sola goccia di pioggia. Ma la caratteristica più originale riguarda ancora il citato corso d’acqua, che non divide solo geograficamente il territorio, ma evidenzia in modo netto i “poteri” che si trovano su ogni lato. Infatti nella parte aglianese esiste da sempre il palazzo comunale, la caserma dei carabinieri, la Misericordia; sul versante quarratino, la chiesa ed il cimitero. Insomma da un lato si registra la nascita, dall’altro la morte! Altre due curiosità che appartengono solo a Ferruccia: i residenti nella parte quarratina hanno lo 0573 come prefisso telefonico, gli altri del lato Agliana lo 0574. Anche i circoli ricreativi sono divisi in parti uguali; nella Ferruccia quarratina si trova il circolo di ispirazione cattolica “La Tranquillona”, dall’altro il circolo Arci, di orientamento “più rosso”.

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